22-11-2014
Nicola Dinato è lo chef-patron di Feva, a Castelfranco Veneto. Ha viaggiato per sei anni lavorando nelle più importanti cucine europee
“La qualità culinaria che aveva sperimentato lo rendeva fiero di essere cuoco. Voleva distinguersi dall’operaio ai fornelli, sarebbe diventato un artigiano e un artista della cucina. Per i comuni mortali non faceva alcuna differenza, ma a lui non importava. Avrebbe combattuto per raggiungere quel livello”. E’ il proposito con il quale lo chef Paolo intraprende il proprio “meraviglioso viaggio durato sei anni”, esperienziale e formativo, che lo porterà ad aprire un proprio ristorante, in Vita da cuoco (Editoriale programma, 12 euro), il romanzo breve largamente autobiografico con il quale Nicola Dinato si è raccontato e ha raccontato un mondo nel quale lui, figlio di un ferroviere e di una casalinga, ha voluto entrare a tutti i costi. Ma del quale non vuole nascondere limiti, difetti, persino patologie: “Nell’ambiente dell’alta cucina, lo sport preferito è l’eliminazione del nemico, a furia di terrorismo psicologico”.
Facile ritrovare nella storia di Paolo lo specchio fedele delle esperienze dell’ora 33enne Nicola. Ovvio identificare in quei ristoranti, in quegli chef che incrociano la vita del primo, gli stessi che sono stati a volte semplici tappe di un percorso formativo, a volte veri e propri maestri di Dinato, da quasi tre anni chef-patron del ristorante Feva di Castelfranco Veneto – sul quale iniziano a brillare meritati riconoscimenti – dopo tante esperienze in Italia e all’estero, con grandi nomi dell’haute cuisine, da Michel Roux jr a Londra ad Alain Ducasse a Montecarlo, da Ferran Adrià a Roses fino al più recente stage da Grant Achatz a Chicago.
Dinato ha scritto un romanzo autobiografico, Vita da cuoco
Raggiungiamo Dinato, dunque, al suo ritorno in Veneto. Nel libro Paolo è chiamato «mulo veneto», al telefono Nicola tradisce le sue origini, ma dietro la cadenza vernacolare si celano idee chiare e una determinazione non comune: «Il nostro dovere è innanzitutto valorizzare il territorio, anzi i nostri mille microterritori. Stimo Heston Blumenthal e la filosofia del suo Dinner, quando andava a riscoprire le antiche ricette tipiche per riproporle, aggiornate». Lui fa lo stesso, il menu del Feva gronda prelibatezze local, che poi incrociano la lezione francese classica (appresa a Londra), il tocco mediterraneo (Montecarlo) e una ammirevole preparazione tecnica (Roses), più spunti orientaleggianti.
Nicola Dinato con Elodie Dubuisson, la Sophie del libro, conosciuta a Londra, ai tempi di Le Gavroche: è sua compagna nella vita e nel lavoro
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Nicola Dinato, chef-patron - con Elodie Dubuisson, sua moglie, che gestisce una sala accogliente e premurosa - del ristorante Feva, a Castelfranco Veneto (Treviso)
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