09-09-2023
La brigata al completo del ristorante Nin, contenuto al Belfiore Park Hotel di Brenzone sul Garda (Verona). Da sinistra a destra, Arianna Veneri, Thomas Zugliani (pasticcere), Mirko Pacifico (sous chef), Andrea Brugnoli, Alessandro Amanti, Giacomo Mioranza, Terry Giacomello (chef), Stefan Plankensteiner, Francesco Luchetti (restaurant manager), Syria Notarfrancesco, Giovanni Boscaro (sommelier)
Gusci di patata di mannitolo e isomalto, toast di latte soffiato, myoga con annatto, radici di loto e mole, gel di aguachile, ostie di maltodestrina, tucupi e alghe iso no yuki, Pringles al pimenton de la Vera, spume di pasta sfoglia, marshmellow di polpe di cacao, trofie di tendine di mucca… Chi legge le nostre pagine conosce bene la cifra unica di Terry Giacomello, il cuoco friulano che, chiusa l’esperienza di 6 anni all’Inkiostro di Parma, dal 6 aprile scorso officia al Nin, il ristorante contenuto nel Belfiore Park Hotel di Brenzone sul Garda, sponda veronese del lago. Un debutto magnifico, spiegava la nostra recensione dettagliata. Si dice sempre che il 54enne di Aviano sia il più tecno-emozionale dei nostri cuochi, per quel formidabile quinquennio (2003-2008) speso alla corte dei fratelli Adria, al Bulli di Roses, in Catalogna. In effetti, a ricordare l’esperienza, gli brillano ancora gli occhi: «Una volta trovai Ferran nel suo laboratorio, tutto cosparso di acqua di mozzarella. L’esperimento non aveva funzionato. Mi guardò e disse: ‘Vedi Terry che non sono un genio come tutti dicono?’. In realtà è il miglior cuoco con cui abbia lavorato e anche la persona più umile mai conosciuta». C’è molto di quegli anni nella cucina di Giacomello, si dice spesso, e le preparazioni di cui sopra sono lo specchio di un animo irrequieto che studia ed esperimenta con ingredienti, testure e impiattamenti sempre nuovi. Ma è proprio questo, l’invito a essere liberi di trasformare, il vero lascito dell’insegna della Costa Brava, superiore a qualsiasi nuova tecnica in sè. «In ogni piatto», ci rivelò un tempo, «cerco di mettere almeno un elemento che non ho mai trovato su altre tavole». Lo fa con ricerca ma anche con allegria, una dote molto apprezzabile in un'epoca in cui la cucina ha cominciato a prendersi troppo sul serio: 15 anni fa c'era molta più tolleranza e spensieratezza e meno male che Terry, almeno in questo, non è cambiato.
Vista sul Belfiore Park Hotel che contiene il Nin. L'anno prossimo il ristorante sarà rinnovato e trasformato
Alcuni dei validissimi ragazzi di sala: il sommelier Giovanni Boscaro, Andrea Brugnoli, Arianna Veneri e il restaurant manager Francesco Lucchetti
Alcuni piatti, vecchi e nuovi, di Terry Giacomello. A destra, un'interessantissima Pasta di Parmigiano filata, un nodino tipo treccia di mozzarella, reimpiegata dopo un passaggio di 2 ore in forno, sottovuoto. A sinistra, un'ostia maltodestrina con olio al basilico, maionese di acqua di governo di mozzarella e pomodoro liofilizzato a lato
Illusione di riso allo zafferano, un piatto che risale ai tempi di Inkiostro: i chicchi sono composti di acaua allo zafferano e agar agar, uniti poi a un olio allo zafferano, caviale di storione e crema di cavolfiore acidula
Tagliolinio al bianco d'uovo: un tagliolino ricreato con l'albume dell'uovo, fonduta di parmigiano e tartufo
Millefoglie. Spuma di pasta sfoglia e polvere di crema pasticciera, foglie di alloro trattate in acqua e bicarbonato e caramellata con acqua e zucchero
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo
di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Limone dimenticato, ormai un signature per Terry Giacomello: lo abbiamo ritrovato anche al Nin, il nuovo ristorante dello chef friulano, sperimentatore estremo, al Belfiore Park Hotel di Brenzone, sponda veronese del Lago di Garda. Foto Tanio Liotta
Terry Giacomello, friulano, classe 1969, chef di Inkiostro a Parma, una stella Michelin
Insegne, cuochi e ghiotti orientamenti: a narrarceli è Gabriele Zanatta, laureato in Filosofia, nonché coordinatore della Guida ai Ristoranti di Identità Golose. Il suo punto di vista va ben oltre la superficie, per esplorare profondità e ampiezza della tavola, di tutto quello che è Zanattamente Buono.