17-05-2022
Il team al completo del ristorante Racines, passage de Panoramas 8, Parigi. Aperto nel gennaio 2018 da Simone Tondo (in alto a sinistra), Stephanie Crockford (al suo fianco), Dulal Dey (secondo da destra in alto) e Stefania Melis (in basso a destra), oggi conta su 15 dipendenti. (le foto del servizio sono di Mickaël Bandassak)
A 32 anni, è come se il sardo Simone Tondo avesse già vissuto 3 vite. Nel 2012 apre col collega Micheal Greenwold Roseval a Parigi Ménilmontant. Un menu scapigliato di piatti tri-scanditi (oignon-casserons-moelle, cochon-aubergine-pomelos…) rende popolare quest’ex villaggio poco sopra la Bastiglia, attirando clienti da tutto il mondo. E anche il titolo di “miglior bistrot di Francia” per Le Fooding, ai tempi un colpaccio per un cuoco italiano. Ma il giovane sardo sente presto che non può cucinare all’infinito «Zuppe di patate affumicate con foglie di capperi e scampi» (parole sue). Si sente di dover costruire qualcosa di più solido e ambizioso. Così, nel 2015 lascia Roseval (ora Dilia) e nel settembre 2016 rileva La Gazzetta, l’insegna in cui aveva cominciato, un simbolo della bistronomie parigina – quella corrente epocale che aveva fatto capire alla Francia e all’Europa che mangiare bene non significa per forza lasciare più banconote da 50 sul piattino. Battezza il nuovo ristorante col suo cognome: Tondo. «Avevamo cominciato a lavorare bene», ricorda oggi, «ma è come se mi avessero messo a guidare una Ferrari scalzo. I coperti erano 80, troppi col senno di poi. Le spese erano elevatissime e il lavoro faticoso perché, per scelta, avevamo deciso di dedicare più tempo alla trasformazione delle materie prime e all’impiattamento». Tondo possiede il 33% delle quote societarie. Un anno dopo, la maggioranza dei soci licenzia tutta la brigata in 5 giorni. «Oggi penso che occorresse tempo per consolidare la clientela. Ma decisero di non aspettare».
Simone Tondo (cuoco) e Biplop Deb (sala)
Marjo Covas, capopasticciera
Stephanie Crockford, direttrice
Hadhami Beji, sala
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Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo
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classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Insegne, cuochi e ghiotti orientamenti: a narrarceli è Gabriele Zanatta, laureato in Filosofia, nonché coordinatore della Guida ai Ristoranti di Identità Golose. Il suo punto di vista va ben oltre la superficie, per esplorare profondità e ampiezza della tavola, di tutto quello che è Zanattamente Buono.