Via Fumagalli è un’intersezione felice dell’Alzaia del Naviglio Grande. Pochi metri separano il cocktail bar Rita, pioniere del bere (molto) bene a Milano, dalla locanda di pesce Ringa, stessa proprietà, e da Secco, enoteca con mescita e vivace bivacco di persone che sorseggiano bollicine in piedi.
Da 6 mesi, 10 metri più in là, al civico 3, c’è una nuova insegna di buona cucina. Si chiama Belé, un vezzeggiativo dialettale milanese che definisce una piccola cosa di pregio, un “ninnolo”, un “balocco”, un “confetto”, recitano i dizionari. È il prodotto di Sergio Sbizzera, il signore che oscilla tra sala e dehors al fianco del bartender Davide Rivalta e che gli habitué dei Navigli riconosceranno per la stazza alla Churchill e soprattutto per gli ettolitri di bevande e simpatia somministrate nei decenni tra il Cape town di via Vigevano e il Pinch, popolare indirizzo di spirits&cocktail a due passi dal Belé.

Ciupin, zuppa di pesce con crostone di pane, triglie, moscardini e gamberi rossi

Sgombro, ciliegie, pistacchi

Salmone, panzanella di anguria e basilico
Sbizzera e soci hanno avuto un’altra idea vincente: aprire in un angolo defilato un bel ristorante di orientamento milanese (e dintorni allargati) e affidare la chiavi della cucina a
Giulia Ferrara, alla prima vera esperienza da chef. Pavese di Cascina Ronchetto, 30 anni tondi, la ragazza ha un intuito per la materia prima buona, sviluppato per estrazione familiare: suo papà
Mario produce riso carnaroli nel Pavese e ha un grande orto nel quale la figlia ha scorazzato per anni.
In età adulta,
Giulia ha frequentato
Alma a Colorno e affinato il mestiere per 30 mesi al
Pont de Ferr - epoca
Matias Perdomo -, altri due anni al
Ratanà con
Cesare Battisti e 9 mesi al fianco di
Takeshi Iwai da
Ada e Augusto. Incontri decisivi, soprattutto i primi due, perché è stato proprio l’uruguaiano a segnalare la cuoca a
Sbizzera mentre è lo stile del milanese ad aver attecchito di più sulla sensibilità della
Ferrara, una professionista cui preme più evidenziare la riconoscibilità dell’ingrediente piuttosto che scomporlo e ricomporlo in inautentiche fogge.

Costine di maiale con glassa di verdure arrosto. Accanto, peperoni e cipolle al forno

Albicocche, mandorle e rosmarino
In cucina da
Belé sono solo in 4 a dannarsi per 60 coperti (40 dentro e 20 fuori a schiaffeggiare le zanzare) e lo fanno già con risultati degni di nota. La carta è molto semplice: 4 piatti per partita a cadenza stagionale, cui talvolta si aggiungono pochi fuori-carta per accontentare il già nutrito plotone di clienti abituali.
Giulia esplora con brio i gusti casalinghi e conosciuti, senza perdersi nella tentazione di sbigottire. Non è tutto perfetto, naturalmente: i tempi di attesa una volta seduti possono trasformare il commensale in divoratore di pane. Perché non pensare a un amuse-bouche per frenarne la compulsività? Oltretutto non siamo nemmeno in un luogo da porzioni debordanti.
Ora che è estate, la tradizione milanese si vede nei felici Nervetti fritti e poco altro. Ma sono escursioni spensierate fuori dal recinto cittadino con la
Zuppa fredda di melone e peperone con spuma di zola o lo
Sgombro con ciliegie e pistacchi. Chiudi gli occhi e riconosci gli ingredienti uno per uno. Mari e monti si affacciano felici alla porta con le
Costine di maiale felicemente glassate in un jus di verdure arrosto e nella corona di un
Salmone, ben cerchiato in una panzanella di anguria e basilico o nel
Ciupin, la zuppa di pesce alla genovese, filologicamente ineccepibile. Mentre il dessert
Pesche, vino e pane è l’ingrediente povero che sale in paradiso.

La sala interna, 40 coperti
Il
milanés avrà modo di rifarsi in autunno, stagione storicamente più propizia per la tradizione cittadina. «Ma non chiedetemi di rifare il risotto giallo o l’ossobuco», la cuoca squarcia per un attimo il velo di timidezza, «dopo aver visto e preparato quelli del
Ratanà, rifarli qui sarebbe un sacrilegio».
Belé ristorante
via Fumagalli, 3
Milano
+39.02.36642933
Prezzi medi: antipasti 12, primi 13, secondi 14/23, dolci 7 euro
Chiuso lunedì; a pranzo aperto solo sabato e domenica