Nella Sicilia orientale, Spalumma ha un significato ben preciso: vuol dire “vai via”, “allontanati”, “vola via”. Ma la Spalumma pasquale di Giovanna Musumeci da Randazzo, piccolo borgo etneo alle pendici del Vulcano, assume un altro significato in tempo di Covid-19 e diventa un augurio di libertà, nella speranza di tornare presto a una vita normale. Un impasto di 36 ore da lievito madre con il burro di Carla Occelli in tre versioni da 1 kg: tradizionale con arancia candita e mandorlato sopra; cioccolato fondente e massa di cacao e infine pistacchio, mandarino candito e pasta di mandarino fatto in casa con glassa al pistacchio a ricoprire.
Dopo i panettoni dei periodi natalizi, per Giovanna è la prima volta della colomba pasquale. Ma la matrice del lievitato è uguale: «Con il lievito madre ho preso un impegno personale, va rinfrescato ogni giorno ed è un continuo esperimento da quando nel 2018 me lo portò Marilù Maraglino dalla Puglia», racconta, «oggi invece sto utilizzando quello di Vincenzo Tiri dopo averlo incontrato ad un corso alla Scuola di cucina Tessieri a Ponsacco».

Cresciuta nel
laboratorio di famiglia con
Santo Musumeci (un papà dal palato assoluto, per intenderci), e con
Nino Giusa (computer vivente di ricette misurate a occhio e orecchio), Giovanna, anche se risulta difficile pensarlo viste le gustosissime produzioni, è una recentissima protagonista nel mondo della pasticceria e della gelateria. Fino al 2012 si occupava di programmazione territoriale per un ente pubblico: master in marketing e laurea in Economia, poi una serie di eventi l’hanno riportata a Randazzo. Il
cake design la sua principale occupazione, il gelato la massima aspirazione.
Nel 2016 vince il
Premio Caviezel, l’anno successivo il
Foodies Challenge, categoria Gelato. Co-direttrice di
Sherbeth Festival, ambasciatrice della granita siciliana nel mondo, ama le cose fatte con passione e un pizzico di follia. Niente aromi, additivi, coloranti o basi pronte, ingredienti naturali come mandorle, pistacchi, nocciole e i migliori agrumi di Sicilia: ecco da dove inizia la storia della
Pasticceria Santo Musumeci.

Giovanna Musumeci nel ritratto di Damiano Brusegan
Nel laboratorio di Randazzo c’è sempre fermento: «C’è un’altra novità per quest’anno, si chiama
Nuovo ed è un uovo di Pasqua al cioccolato», continua Giovanna «lavorato in esclusiva per noi da
Fabio Bergaglio di Bodrato su fave di cacao scelte da
Andrea Mecozzi. La massa di cacao si ottiene con un particolare lavoro a raggi infrarossi». Un progetto a tiratura limitata, prodotto da un monorigine della Sierra Leone e ottenuto dal popolo
goleagorbu, che vive intorno al Parco Nazionale “Foresta della Gola”: dopo la fine della guerra civile, ha iniziato a specializzarsi nella produzione di un cacao coltivato in sinergia con la foresta, di alta qualità, completamente tracciabile e naturalmente biologico, utile a difendere la riserva. Storie di dolcezza e speranza che fanno bene di questi tempi.