«Come un bambino in un parco giochi». Così Francesco Borioli, ingegnere ambientale sedotto dai lievitati, si sente nel laboratorio artigianale Infermentum (a Stallavena, nel Veronese) di cui è fondatore insieme ai soci Elisa Delle Pezze, Luca Dal Corso e Daniele Massella. E non c’è periodo migliore del Natale, trionfo del panettone, per un amante della pasta madre. Anche Borioli, come tanti altri – pasticcieri, maestri lievitisti, cuochi, pizzaioli e panificatori – ha raccolto la sfida di mettere il cioccolato dentro al panettone. «Una sfida affascinante sotto tutti i punti di vista», dice, forte del Panettone ai tre cioccolati che fa bella mostra nel catalogo del collettivo (così si definiscono i quattro soci) Infermentum.
«Abbiamo scelto di utilizzare un blend di tre cioccolati
Valrhona, al latte 35%, bianco equatoriale 35% e fondente al 61%, cercando di valorizzare le loro caratteristiche molto diverse – spiega - Il gusto adulto del cioccolato fondente, la morbidezza di quello al latte e la cremosità del bianco che dà morbidezza e "lega" l'aroma degli altri due. Tecnicamente vanno a interagire con la massa lievitata del panettone in maniera interessante, perché rendono la struttura diversa, e unica, rispetto al classico panettone tradizionale con arancia, cedro e uvetta. La difficoltà più grande è che il cioccolato non è un candito che, rilasciando umidità, contribuisce a mantenere morbido il prodotto. Inoltre, essendo igroscopisco, tende ad asciugare la massa molto più velocemente. Proprio per questo la gestione dell’impasto prima ancora del lievito, per arrivare fino all’assaggio, è una piacevolissima maratona, una sequenza armonica di passaggi».
REGALARE UN’ESPERIENZA. In casa
Infermentum non vogliono vendere lievitati, ma «regalare un’esperienza». Che è un’altra cosa. «È molto importante comunicare quando un prodotto è d’eccellenza, perché il prodotto è costoso ed è doveroso spiegare quali ingredienti utilizziamo, la ricetta che seguiamo. Chi decide di provare il nostro panettone deve avere la consapevolezza di quello che sta assaggiando». Ed è per questo che ogni panettone Infermentum è accompagnato da istruzioni, a partire dalla temperatura di degustazione «che deve essere raggiunta gradualmente e non mettendo in forno il prodotto, ma magari tenendo in cucina il panettone qualche giorno prima di consumarlo per farlo risvegliare lentamente ed esaltare aromi e morbidezza». Una raccomandazione che vale anche per il
Panettone ai tre cioccolati, «un prodotto trasversale perché il cioccolato, da sempre, è capace di tirare fuori il sorriso a tutti, grandi e piccini». Nell’
Albiciocco, altro panettone lievitato di
Infermentum, invece,
Borioli e soci uniscono all’albicocca candita il cioccolato fondente 61%.

Il lievito madre di Infermentum
IL LIEVITO MADRE. Alla base, però, c’è il lievito madre, «una materia viva intorno cui ruota tutto». Sottolinea
Borioli: «Lo nutriamo tre volte al giorno, lo rispettiamo tantissimo, lo valutiamo quotidianamente con l’assaggio perché è un ingrediente vivo, ne assecondiamo i cambiamenti e nello stesso tempo ci educhiamo, ed educhiamo tutti coloro che lavorano con noi, a gestirlo sempre meglio». A lavorare nel laboratorio di
Infermentum, a Stallavena nel Veronese, sono stabilmente in 15 che diventano 27 nella stagione natalizia. «Il requisito fondamentale per lavorare qui – aggiunge - è entrare con il sorriso e uscire sempre col sorriso, perché siamo convinti che questo sia un altro ingrediente dei nostri prodotti» (distribuite in enoteche e gastronomie, tutte le info su
Infermentum.it).