06-12-2024
Lo chef Michael van der Kroft del Tres di Rotterdam, ospite al Grow di Albiate (Monza Brianza) dei fratelli Vergine. Tutte le foto sono di Lido Vannucchi e Pieter d’Hoop
C’era una volta Albiate, una piccola, piccolissima frazione della Brianza, dove due fratelli scommisero su un progetto che oggi si chiama Grow Restaurant, una sfida che è cresciuta e si è già concretizzata in una stella verde (2023) e in una rossa, che la Michelin gli ha conferito proprio lo scorso 5 novembre. I brothers propongono una cucina “per non dimenticare”, risultato di una piccola bakery con gastronomia d’asporto - qual era all’inizio per le restrizioni pandemiche – cresciuta in un luogo che trattiene nella contemporaneità tutti i connotati della tradizione brianzola, ai più sconosciuta. Riccardo e Matteo Vergine, rispettivamente sommelier e chef, dopo aver fatto un pensiero sull’etica odierna delle carni, e avendo già scandagliato il campo della selvaggina, hanno dato vita a un progetto di ripristino della Brianza antica, che comprendesse anche le specie ittiche di lago e fiume. La tradizione però non è che lo slancio verso un risultato contemporaneo, come l’esercizio, tanto ben eseguito, di riportare in vita i sapori di una volta, o le tecniche ancestrali, ad esempio il fuoco per tutte (o quasi) le preparazioni. Ma, attenzione: la tradizione è anche stimolo verso nuovi progetti, quali Fire Soul, ossia sette appuntamenti a quattro mani con chef provenienti da tutta Europa, tenuti a casa Vergine. Come quello con lo chef Michael van der Kroft, direttamente da Rotterdam, ristorante Tres. del quale si parla sempre più nell'internazionale golosa dei gourmet. Ne abbiamo approfittato per scoprire un po' meglio questa realtà.
La brigata si prepara... Spiega Riccardo Vergine: «Fire Soul nasce essenzialmente dalla volontà di crescere. Abbiamo scritto a molti chef, non pensando che tutti ci dicessero di sì, quindi da tre cene che immaginavamo sono diventate 7. L’abbiamo battezzato così perché risponde a due must, l’uso del fuoco e la presenza della selvaggina»
Riccardo Vergine, Matteo Vergine e Michael van der Kroft. Dice Matteo Vergine: «Le due cucine non si conoscono, quindi c’è bisogno di un confronto innanzitutto, che è possibile solo se di fronte si hanno le materie prime. Perciò quando gli chef ospiti vengono qui, inizialmente assaggiamo gli ingredienti l’uno dell’altro, per strutturare meglio l’impostazione del menu che avevamo progettato a priori, e poi si finisce per cucinare tutto il giorno, spiegandosi a vicenda ogni dettaglio delle preparazioni». Prima ancora c’è un taste reciproco anche delle brigate, ovvero una giornata passata insieme, magari per portare il team ospite a raccontarsi davanti a una pizza, collante fondamentale. E la magia in effetti avviene, perché durante il servizio di ogni appuntamento firmato Fire Soul, sembra che ci sia un’unica figura a timonare le brigate, diretta da una sinergia che scorre su passaggi freestyle
Le due cucine in un’unica amuse bouche: Foglia di cavolo riccio alla brace, emulsione al pompelmo, tartufo nero ghiacciato e cialda di patate con crema di missoltino, di Grow, accompagnato dal signature di Tres, ossia Pane al latte, cervo, betulla e parmigiano al centro
Primo atto: Lumaca condita in garum e scottata su brace di Grow, seguita da Pera cotta per un giorno e condita da miso home made di nove mesi, aglio nero, alghe e pomodoro fermentato con riduzione di pepe by Tres
Secondo atto: Starna alla brace, disossata e farcita con interiora, verza fermentata scottata su brace, scorza d’arancia con il suo albedo cotta nel suo succo acidificato, di Grow, seguito da Rouleau di coniglio, spugnole, nocciola e fagiano, di Tres
Terzo atto: Risotto all'aglio nero, capra e rafano, signature di Grow, seguito in chiusura dal Marshmallow alla vaniglia ripieno di mou all’uva spina, abbinato a un gelato di koji nero firmato da Tres
Qui e sotto, la sala ristorante Tres a Rotterdam
La sala ristorante Tres a Rotterdam
Parte dell’amuse bouche del menu 4 mani di Fire Soul: Oliebol e anatra, ripiena di gelato al piccione, coperta con caramello d’anatra e prosciutto di cervo, by Tres
Piatti di Tres
Fire Soul prosegue, questo è stato solo il quarto di sette mashup, c’è sicuramente da aspettarsi tanto altro ancora da Matteo e Riccardo. I due ragazzi si confronteranno presto, mettendosi in gioco, con altri colleghi quali Richard Stevens (Jericho, 9 dicembre), Alexander Silva (Loco, 23 gennaio) e Nicolas Min Jørgensen (Tri, 27 febbraio), protagonisti dei prossimi 4 mani al Grow. Dice Matteo Vergine: «Vedere come gli altri gestiscono la cucina e il servizio ci ha dato modo di notare alcune sfumature sia nell'organizzazione del team che del lavoro. Nella prima puntata di Fire Soul, abbiamo capito come i ragazzi di Oba - Javier Sanz e Juan Sahuquillo - abbiano come primo obiettivo quello di divertirsi, ma in egual modo di rispondere a una disciplina quasi sacra. Sebastian Jiménez, di Ræst, nella lingua delle isole Faroe, ha invece un metodo più serrato, francese per così dire, ma ha saputo entrare in cucina smorzando i suoi umori. E ancora, Niklas Ekstedt, australiano proprietario di Ekstedt in Svezia, ci ha aperto un mondo sulle tecniche ancestrali. Lavorano solo 8 ore al giorno, alternando due brigate, e in cucina alimentano tutto a carbone o legna, con l’unica eccezione fatta per il frullatore. E infine Michael. Beh, lui si approccia alla cucina come fosse un gioco. Quando lavora la sua mente si stacca da tutto il resto. Ti trascina nel gioco».
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
copywriter per mestiere, food writer per piacere (Italia Squisita e Cook_Inc), nel tempo libero racconta gli staff dei ristoranti su Fegatelli
Fagianella alla milanese è il Piatto dell'inverno 2024 di Matteo Vergine, il giovanissimo chef del ristorante Grow, ad Albiate (Monza Brianza)
Il Piatto del 2023 di Matteo Vergine, chef del ristorante Grow, ad Albiate in Brianza, è Il Cortile di Nonna Bolis. Tutte le foto sono a cura di Lido Vannucchi
La terrazza del ristorante Belvedere al Caruso, A Belmond Hotel di Ravello (Salerno)
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