Sanremo. Febbraio. Festival. Ci sono sempre andato. Fanno quasi 15 anni ininterrotti di Festival della Canzone Italiana. Sempre. Poi, di botto, la decisione: quest'anno si va in Svezia. E il festival non ce lo ricordiamo più .
In Svezia da Magnus, a Fäviken, 900 chilometri a Nord di Stoccolma (che è già bella a Nord di suo!), da Milano due aerei, tre alberghi, un'auto a noleggio per gli ultimi avventurosi 80 chilometri tra tre metri di neve e meno 15 di temperatura. Ma ho promesso a me stesso che non avrei fatto l'ennesima cronaca gastro-turistica del viaggio al Fäviken (per quella, leggete gli articoli già comparsi sul Identità Web: Direzione Fäviken e Incanto Fäviken), ma avrei invece cercato di sondare le intime ragioni per cui un signore di mezz'età quale ormai ahimè sono io affronta tutto le sbattone di cui sopra per andare a mangiare un prosciutto di renna.

L'autore di questo articolo, Fulvio Marcello Zendrini, col compagno Mario Pietraccetta insieme a Magnus Nilsson
E qui... Proprio qui... Ho capito.
Hanno ragione i miei amici che mi dicevano «non andare fino da Magnus per mangiare». Hanno però torto marcio i miei amici che mi dicevano «non andare fino da Magnus per mangiare»! Penserete che io sia impazzito. No. O forse non ancora del tutto.
Io
sono andato fino da
Magnus, a
Fäviken, per mangiare, ma non ho mangiato chissà cosa. Una buona carne, una buonissima cappasanta, un meraviglioso granchio reale dei mari del Nord... E un sacco di altre cose buone che però sinceramente non giustificano tutto questo movimento (e soprattutto... tanto burro che dovrò smaltire per tre mesi almeno!)
Quella che ho fatto grazie a
Magnus Nilsson è un'
esperienza meravigliosa, fatta di neve, di montagne gelate, di tende eschimesi, di letti nella stanzetta di legno con la coperta di pelliccia, di temperature estreme, luci algide della sera e albe rosse da Circolo Polare Artico. Un'esperienza che mi ha fatto venire fin quassù. Fino a novecento chilometri a Nord di Stoccolma.
Un marketing territoriale incredibile.
Quello che ha fatto
Carlin Petrini con le Langhe. Tra
Piazza Duomo di
Enrico Crippa e dei
Ceretto e
La Ciau del Tornavento, ma anche tra le
piole del circondario e i mille vigneti.
Quello della Torino rinata dei
Baronetto e del
Consorzio.
Quello che sanno fare da tempo in Alto Adige tra
Niederkofler e
Metullio, tra
Vigilius e
Anna Matscher.
Quello che, da solo, con
Cristiana, sua sorella, fa
Niko al
Reale Casadonna, Castel di Sangro.
Quello che non sono ancora riusciti a fare, in maniera strutturata,
Gennarino Esposito,
Nino Di Costanzo e compagnia cantante, creando una "rete", facendo promozione comune.
Non che non ci abbiano provato... Quante volte ne abbiamo discusso con Gennaro, ma gli interlocutori locali non ci sentono, "in tutt'altre faccende affaccendati" come direbbe un famoso poeta dei secoli scorsi.
Bene, ragazzi...sveglia!
Cuochi di Puglia, di Campania, di Sicilia, ma anche di Veneto e del Friuli: fate come Fäviken e gli Svedesi. Fate come i ragazzi di Calabria, Caterina Ceraudo, Nino Rossi, Luca Abbruzzino e gli altri, uniti nel promuovere il loro meraviglioso territorio. Fate come East Lombardy: cuochi lombardi uniti dalla voglia di farsi conoscere.

Mentre qui siamo a Stoccolma
Mal che vi vada, ne avrete tutti un beneficio diffuso. Esempio? Per andare a
Fäviken mi son dovuto fermare due notti a Stoccolma. Prima sera, ristorante
Ekstedt: un giovane cuoco alla
Etxebarri, solo cucina alla brace. Meraviglia! Seconda sera: quella che per me è stata la scoperta vera,
Frantzén. Cucina creativa nordico/svedese con influenze tecniche e di gusto asiatiche, soprattutto nipponiche. Un ristorante solo
chef's table con un servizio da paura. Incredibile: vale il viaggio in assoluto.
E dunque: mi tocca aspettare il prossimo Sanremo. Svezia aspettami che torno. Baglioni... Ciaaaaooo!!!