3.700 metri quadrati di superficie, 5 ristoranti con circa 410 posti a sedere, 6 eateries, 2 bar, 5 laboratori del fresco, 600 dipendenti impiegati (tra cui 200 cuochi), circa 80mila ingressi alla settimana e un migliaio di nuovi prodotti di un centinaio di produttori in più rispetto alla merce in vendita all’Eataly Flatiron, il primo ad aprire nella Grande Mela. Sono i numeri che riassumono i contorni di Eataly Downtown, il secondo store del gruppo di Farinetti a New York, aperto il 10 agosto scorso in una delle 7 torri che stanno tirando faticosamente su a Ground Zero.
Un luogo dal profondo valore evocativo, palpabile gettando lo sguardo oltre i luminosissimi numerosi finestroni al terzo piano della torre 4 del World Trade Center. Salgono i brividi a osservare i turisti attorno alle due voragini a cascata che hanno preso il posto delle torri gemelle. Le vertigini a piegare lo sguardo alla cima dei 381 metri della Freedom tower o le ciglia dell’Oculus, lo spettacolare hub aperto a marzo. I pensieri a ricordare i sit-in di “Occupy Wall Street” che hanno reso famoso nel mondo Zuccotti Park.

L'ingresso di Eataly Downtown a New York. Il gruppo aprirà il mese prossimo anche a Boston. Nel 2017 a Los Angeles e nel 2018 a Las Vegas
Concentriamoci su quello che sta di qua della vetrata. Il nostro cicerone,
Dino Borri, responsabile commerciale di tutti gli
Eataly degli Stati Uniti, sottolinea più volte un concetto importante. Rispetto al fratello maggiore, la neonata location si giova dell’esperienza accumulata in tanti anni dallo store sulla Fifth avenue: «Abbiamo trasferito da lì i grandi manager con esperienza», per esempio. Tra loro, le nostre vecchie conoscenze
Alex Pilas, regista dell'intera ristorazione, e
Katia Delogu, responsabile della
Pasticceria piemontese, un concept al debutto.
Tra un pasticcino e l’altro, scopriamo poi che «Abbiamo voluto distinguere bene l’area in cui compri da quella in cui mangi», un punto a favore in un’ipotetica gara tra Flatiron e Dowtown, «ma i paragoni sono impropri: si tratta di due film diversi, ognuno con i suoi spettatori». Tra le novità, c’è «
Orto e Mare, il nuovo ristorante che si fonda su verdura e pesce, buono anche per le colazioni, dalle 7 del mattino». Gli altri punti di ristoro sono
La Pizza e la Pasta - il blockbuster tra tutti - la
Piazza (taglieri, salumi, mozzarella bar), il
Pesce e i corner di quick service per portarsi a casa di ogni.
Da questo punto di vista, la novità è però l’
Osteria della Pace, il ristorante cucinato dal giovane padovano
Riccardo Orfino, un altro che ha traslocato volentieri 3 miglia più a sud. Ci torneremo. Intanto valga premettere che le ambizioni di questi 67 coperti (non uno di più) sono da stella Michelin, alla
Alice di
Eataly Smeraldo per intenderci. Anche se qui, più che i riconoscimenti della Rossa, contano ben di più le stelle assegnate dai mammasantissima del
New York Times.

Riccardo Orfino, chef dell'Osteria della Pace, il ristorante più ambizioso di Eataly Dowtown
Nella pletora di novità e belle idee che abbiamo ascoltato da
Borri, aggiungiamo il mese dedicato a un pane diverso «Perché è un simbolo d’unione: abbiamo iniziato col
bagel americano, ora è il momento del
pao brasiliano». Le cene benefiche: «Nella serata per Amatrice abbiamo raccolto e devoluto 50mila euro». E le iniziative allo studio per onorare la Settimana della cucina italiana, che qui, per non sovrapporsi al
thanksgiving (24 novembre), sarà celebrata la settimana prima dell'universale 21-27 novembre: «Verrà sicuramente a cucinare
Massimo Bottura e altri cuochi sono in fase di definizione».
Intanto, dalle 11.30 gli spazi di
Eataly Dowtown cominciano a essere presi d’assalto. Il flusso di gente è destinato presto ad aumentare: le stradine di Ground Zero sono sempre più battute dalle famiglie, che stanno acquistando appartamenti a prezzi ancora relativamente competitivi. Per non dire di tutto l’indotto che proverrà dagli uffici di 7 torri una volta erette al completo, e del fatto che sta aprendo il
Four Seasons proprio accanto alla Torre 4. Segnali di un quartiere che ha voglia di riemergere con slancio dagli abissi del 9/11.