Ha superato abbondantemente il decennio la creatura civile di Silvia Orazi, da sempre silenziosa dietro le quinte di 28 Posti, e soprattutto della ong Liveinslums e del Naturale Festival. Dopo la partenza di Marco Ambrosino per altri lidi, il bistrot dei Navigli vive una seconda giovinezza con un cuoco abruzzese, il pescarese Franco Salvatore, a lungo secondo dello stesso Ambrosino.
Qui troverete paste cotte al chiodo, acidità felici (ma più misurate di prima), pensieri non banali che avvolgono nella stessa misura carne e pesce. Potete godervi il Petto di faraona, latte e miele, ragù di interiora, gelato al cioccolato, radicchio, kefir e dragoncello, così come il Pescato del giorno con erbette, molluschi e cipollotto.
Meno astrazioni rispetto al primo corso e più rotondità e materia, espresse da 4 menu a sorpresa, con un numero crescente di portate. Meno male che la Pallotta cacio e ova, ripiena di maiale brasato e composta di prugne arriva alla fine del percorso: fosse stata all’inizio ce ne saremmo ingozzati.
articolo a cura degli autori di Identità Golose
Tavoli all’aperto
articolo a cura degli autori di Identità Golose