Alexandre Mazzia, al di là della sua bravura specifica, stupisce per tre innovazioni che rappresentano un’idea alternativa e fertile di format diverso per il fine dining: 1) il locale cancella ogni formalità tipica di un tre stelle Michelin; 2) la fruizione prevalente è quella attraverso l’apparecchiamento di tantissimi piattini al tavolo, in ondate successive che poi il commensale gestisce a piacere. Così viene richiamata l’idea di convivialità e si destruttura il consueto servizio che interagisce di continuo. Qui invece imbandisce e poi lascia fare; 3) poi c’è l’aspetto puramente gustativo, a sua volta originalissimo. Mazzia è nato in Congo, dove la sua famiglia si era trasferita per lavoro, e nei suoi piatti questo richiamo a una memoria gustativa connotata di elementi esotici (l’Africa, in fondo, è l’unica frontiera ancora in gran parte inesplorata della tavola creativa) torna costantemente, gli assaggi risultano esplosioni di gusto in cui il fruttato, il fumo, il piccante, il salmastro, il citrico, il dolce, l’acido trovano connotati espressivi inconsueti.
Una grandissima prova di stile che elimina ogni standardizzazione e costituisce un modello unico di alta cucina.
classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it
classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it