Fatih Tutak ben rappresenta la nouvelle vague della cucina turca. Che si permette uno sguardo oltre confine (il cuoco oltretutto ha lavorato per anni a Bangkok, da The House on Sathorn, prima di tornare a Istanbul) e si nutre di commistioni, ma sa anche unire tecniche moderne a suggestioni antiche che mantengono uno stretto legame con la realtà locale.
Il ristorante, un po’ defilato dal centro e ai margini occidentali del quartiere Bomonti, non a caso è una grande sala aperta, con una cucina a vista piuttosto vivace e divertente tra musica, cocktail e vibe da lounge bar. Le scelte, ai fornelli, vanno nella direzione di una microstagionalità della materia prima molto veloce, che consente variazioni del menu degustazione piuttosto frequenti, ma non permettono opzioni vegane, vegetariane o gluten-free: aglio, cipolle e prodotti caseari, ad esempio, sono sempre presenti nel percorso da 12 portate signature che lascia l’ospite seduto al tavolo per tre ore circa.
giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare
Tavoli all’aperto
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