Sono già passati 8 anni dall’apertura di Gianluca e Sara Gorini nel cuore di San Piero in Bagno, angolo ameno di Romagna assediato dalle terme e dai boschi del Casentino. Lo chef è figlio d’arte, di quei ristoratori che pensavano prima di tutto ad accogliere e questo è evidente anche oggi nel cognome impresso sulla porta, una famiglia che non ricorre mai ad affettamenti o storytelling.
E sì che ci sarebbe molto da raccontare sulla personalità del ragazzo. L’allievo ha assorbito a lungo l’esempio di due demoni creativi come Paolo Lopriore e Paolo Teverini per poi tracciare una strada tutta sua tra amarezze domate, provvidenziali acidità, profondità crescenti e sapienze rurali al massimo grado. Una cucina che somma tanti passaggi in modo naturale e così universale che non è chiaro quale sia il suo genere preferito: gli ortaggi? (un carciofo ripassato alla brace da sballo), i risotti? (quello con arancia e azalvola è un capolavoro di bontà), la cacciagione? (tordi, colombacci, lepri valorizzati in modo sublime).
Gli abbinamenti di vini e cocktail (tanto vermut, di Baldo o autoprodotto) non sono di semplice affinità ma sigillano il senso delle vivande. Sublime.
laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt
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Tavoli all’aperto
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