Altro anno, altro giro di Put Calabria on the Map, il verbo per questi tempi gastronomici che Nino Rossi propone agli otto ospiti di questo unico “bancone” dello chef attorno a cui gira il Qafiz. Noi abbiamo avuto l’occasione di provare uno dei menu tardo autunnali, come sempre trasformatosi in un incredibile viaggio nei sapori calabresi, ma ancor più aspromontini, e ancor più nella vita e nella cultura calabrese grazie al racconto costante con cui Nino accompagna ogni piatto servito. Un racconto ricco di informazioni, profondo nel messaggio di consapevolezza che traspare nella descrizione di quello che si faceva con una pianta, un’erba, una radice, un frutto, e della scelta di utilizzo all’interno della pietanza servita.
Una immersione in profondità nell’identità calabrese, costruita senza un cedimento alla iconografia gastronomica che è stata fortuna ed è maledizione di questo mondo straordinario alla fine dell’Italia. Una Calabria senza ‘nduja; e ci pare essere questo il più intenso e profondo gospel contemporaneo della grande cucina calabrese. Il gospel di Nino Rossi. Alleluja!
si occupa da trent’anni di terzo settore. Espia i suoi peccati raccontando di donne, uomini e del loro lavoro. In cucina in particolar modo, perché far da mangiare è atto d’amore o non è. Nasce nel secolo breve, italiano e meridionale. Ma è pura fortuna. Ha una moglie paziente e tre figli spettacolari, perché fortunatissimo.
si occupa da trent’anni di terzo settore. Espia i suoi peccati raccontando di donne, uomini e del loro lavoro. In cucina in particolar modo, perché far da mangiare è atto d’amore o non è. Nasce nel secolo breve, italiano e meridionale. Ma è pura fortuna. Ha una moglie paziente e tre figli spettacolari, perché fortunatissimo.