Rooftop è sinonimo di esclusività, e questo vale anche per il palazzo del Museo delle Culture che, all’ultimo piano, ospita il ristorante di punta dell’universo di Enrico Bartolini: il Mudec. Il cuore pulsante del Mudec è la perfezione che qui non si accontenta di rimanere costante ma, alimentata da cuore, ricerca e umanità, continua a crescere ogni volta. Non si tratta di una cucina robotica o di esecuzioni da laboratorio, ma della più profonda e matura espressione dell’executive chef Davide Boglioli.
La grandezza di Bartolini è stata proprio nel lasciare a Davide campo libero, senza però abbandonarlo: nessuna imposizione di rigidi dogmi, ma una fiducia che ha permesso alla firma di Boglioli di diventare, anno dopo anno, tanto riconoscibile quanto l’iconico inizio di Sweet Dreams degli Eurythmics. La giovane squadra di sala sorride con sincerità ed è impeccabilmente meticolosa, merito dello straordinario Sebastien Ferrara, che potrebbe figurare sull’enciclopedia alla voce precisione. Grazie a loro, il ritmo della cucina e ciascuno dei piatti dei due menu degustazione, Best-of ed Experience, garantiscono la totale assenza di noia. Tre parole sulla cantina? È un caveau!
Classe 1983, Food Writer nell’anima e instancabile gustatore seriale, scrive e racconta di cibo e delle persone che lo rendono unico. Sempre pronto a cogliere ogni dettaglio di ciò che assaggia con tutti i sensi, l’olfatto rimane il suo strumento preferito. Annusa tutto, orgogliosamente, dal 1983 e quando non è seduto a tavola fa il papà e l'ingegnere
Classe 1983, Food Writer nell’anima e instancabile gustatore seriale, scrive e racconta di cibo e delle persone che lo rendono unico. Sempre pronto a cogliere ogni dettaglio di ciò che assaggia con tutti i sensi, l’olfatto rimane il suo strumento preferito. Annusa tutto, orgogliosamente, dal 1983 e quando non è seduto a tavola fa il papà e l'ingegnere