Marco Sacco è uno chef d'acqua dolce, che ha messo un intero territorio, il Verbano, nel navigatore dei gastronomi. Il Piccolo Lago è una navicella cinquantennale che si specchia nelle acque limpide del lago di Mergozzo, da cui sembra affiorare come una creatura scintillante. Lui, quasi sessantenne, non ha ancora messo la sicura alla molotov e declina la sua cucina teatrale, che abbatte la quarta parete coinvolgendo il pubblico in una passeggiata a bordo lago, non solo coloro che riescono ad accaparrarsi lo chef's table.
Perché per Sacco la cucina è condivisione di intenti, di spunti di riflessione e di ricordi familiari. E anche l'utilizzo di ingredienti talora piuttosto schivi non va mai a scapito dell'espressività del piatto. Il menu Lungolago è particolarmente intimo, e spiccano Bottarga? con siluro, grano, platano, salicornia e coriandolo e Riso in risaia, un Carnaroli con sakè, miso e salsa all'alga spirulima. La sala funziona che è una danza, Sacco del resto ha sempre investito molto sulla ricerca e la formazione assidua dei collaboratori, la carta dei vini si dispiega su eccellenze del territorio e su un bel pezzo di Francia.
romano di stanza a Milano, sommelier e giornalista del quotidiano Il Giornale, racconta da anni i sapori delle città in cui vive
romano di stanza a Milano, sommelier e giornalista del quotidiano Il Giornale, racconta da anni i sapori delle città in cui vive