Si accede al primo piano dopo aver attraversato il Grancaffè e il bistrot Quadrino, e l'impatto è notevole: un concentrato di storia, tradizione e lusso. Il ristotante è ricavato nelle stanze che un tempo erano dei Procuratori della Serenissima. Massimiliano Alajmo ha trovato in Silvio Giavedoni colui che interpreta alla perfezione le sue idee di cucina, che non può prescindere dall'ambiente, e che forse ne viene influenzata.
Una proposta gastronomica legata indiscutibilmente alla laguna e alla tradizione veneziana. Ispirata ai rindondanti menu rinascimentali c'è la proposta in quattro atti, ognuno dei quali racconta (attraverso le varie preparazioni) l'antipasto, il primo, il secondo e il dolce. Difficile raccontare le varie sensazioni ma i ravioli di burrata con seppie, vongole e gamberetti e filetti di pomodoro all'origano rappresentano il top. La carta dei vini spazia ad ampio raggio in grado di soddisfare le richieste di una clientela internazionale. Il servizio è attento, preciso e prodigo di consigli. Un'ultima curiosità riguarda la carta da parati voluta dall'archistar Philippe Stark, con impressi i volti dei fratelli Alajmo.
per lungo tempo redattore del Messaggero Veneto, divide la sua passione tra gastronomia e aviazione, soprattutto le Frecce tricolori
per lungo tempo redattore del Messaggero Veneto, divide la sua passione tra gastronomia e aviazione, soprattutto le Frecce tricolori