Brambilla-Serrani
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A volte le avversità son sventure punto e basta; altre volte il fato decide di essere propizio, e dal letame - come direbbe Faber - nascono fiori.
Capitò quindi che Dario Pandolfo, classe 1991 da Milazzo, tornato a casa per le ferie - lavorava ormai da quattro anni al St. Hubertus con Norbert Niederkofler - rimanesse bloccato in Sicilia dal sopraggiungere del primo lockdown, era il marzo del 2020. Per non restare con le mani in mano, si mise in contatto con un imprenditore del luogo, che cercava semplicemente un ragazzo per preparare buoni panini nel bar del suo hotel, in vista della stagione estiva. Lui gli si presentò davanti senza presentarsi davvero, ossia senza rivelare come fosse ormai un (seppur giovane) professionista fatto e finito, per di più in forza a un locale tristellato. Comunque, ebbe subito l'incarico. Quando il patron capì con chi aveva a che fare, ossia ben presto, decise semmai di affidargli direttamente la cucina. Fu così che Pandolfo indossò per la prima volta la toque da chef capo, allo Ngonia Bay della sua Milazzo.
L'aneddoto racconta non solo un dato biografico di Pandolfo, ma anche un suo aspetto caratteriale fondante: l'estrema umiltà con la quale si approccia non tanto e non solo al mestiere, ma alla vita. Quanto alla seconda, non si finisce mai d'imparare; anche il primo non disvela mai tutti i propri segreti facilmente, ma c'è da dire che Pandolfo di esperienza se n'era già fatta parecchia e prima del celebre indirizzo in Val Badia aveva frequentato i pass del pari grado Geranium, a Copenhagen, e dei bistellati Villa Joya, ad Albufeira in Portogallo, e Terra, in Val Sarentino. Ora invece è passato, dall'inizio del 2022, a guidare l'offerta gastronomica del Cala Luna, l'insegna di fine dining del resort Le Calette di Cefalù.
Cosa vi impiatta? La proposta è di territorio, di cuore, di testa. Racconta certamente le origini dello chef e i luoghi circostanti; è sincera, vera, senza troppe sovrastrutture; declina con scrupolo anche concetti ormai davvero necessari per un giovane chef contemporaneo, come il no waste, l'attenzione alla sostenibilità, l'idea stessa di una certa consonanza con la natura. Lui tratta infatti con enorme rispetto la materia prima eccellente della quale dispone.
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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