Simone Lombardi

Crosta

via Felice Bellotti, 13
Milano
Italia

«Sono un artigiano, una persona con i piedi per terra», così Simone Lombardi narra di sé. Nasce nel 1981 a Padova da madre messicana. Si avvicina al mondo della pizza a 18 anni, ma la pizzeria commerciale non lo soddisfa: «Nessuna attenzione alla qualità e gestione rivolta solo al profitto». Si allontana e, sentimentalmente legato ai lieviti, diventa sommelier.

Affascinato dalle pizze che Padoan propone a I Tigli di San Bonifacio, Verona, con l’audacia di un giovane bramoso di imparare, insiste per lavorare con lui. Apprende tecniche, raffina sapienza e, da bravo artista, si lascia influenzare dalla corrente creativa, consolidando un suo stile. Per saziare la fame di sapere, con Alfio Ghezzi e Bruno Cingolani come mentori, approccia alla cucina. Interpreta la pizza come «piatto edibile» e, anche se vede l’impasto nel ruolo principe, i condimenti devono essere sapientemente equilibrati.

Mosso da un richiamo intimo e ancestrale, si trasferisce poi a Città del Messico dove rimane per 2 anni, inaugurando la Cantinetta del Becco. Torna in Italia e l’occasione parte da Andrea Berton che nel 2013 a Milano lancia Dry, dove la pizza moderna incontra i miscelati di qualità, con Lombardi a “capo del forno”.

Nel 2018 la presa di coscienza e la decisione di abbandonare: «Mi stavo disinnamorando del progetto e non volevo che a pagare le conseguenze fossero i miei colleghi». A breve l’incontro con Giovanni Mineo, panificatore seriale, egualmente innamorato di farine e impasti. I due si conoscono e poi si riconoscono, nei valori e nella volontà. Due amici, due birre e una tovaglietta di carta paglia, sulla quale annotare idee, in un pomeriggio danno corpo a Crosta: aperto nel 2018, già nel 2019 il premio “Tre Spicchi Gambero Rosso” per pizza e pane.

La pizza che più lo rappresenta? Ventricina, ananas, coriandolo, cipollotto e fiordilatte. «Parla di me, delle mie origini, di mia madre, di immigrazione, di contaminazione e integrazione». Abbinamenti che sfidano canoni classici e censure culturali. Avanguardia non è offendere la memoria e anche un padovano metà messicano può diventare un grande pizzaiolo: competenze che non lasciano spazio a ostracismi culturali.

Lombardi e Crosta sono messaggeri di artigianalità e autenticità: ricerca etica anche a costo di sacrificare il profitto, il vero guadagno sta nell’andare avanti senza tradire clienti e identità. Così lui è «Un artigiano con i piedi per terra»: mani infaticabili, cuore tra Messico e Italia, testa nei libri e occhi al futuro.

di

Tea Capecchi

classe 1994, laurea in Economia del turismo, Master in Comunicazione e critica gastronomica in Fga, è entusiasta della vita, sostenitrice del buono e del bello, devota alla lettura e alla scrittura. Crede che il cibo e le parole siamo il mezzo di comunicazione più potente che esista: hanno la stessa valenza culturale e la stessa forza emotiva