Il ricordo delle estati trascorse da bambino nella Trinacria, per Gianfrancesco Cutelli – nato a Milazzo da padre siciliano e madre marchigiana - è carico dei profumi e dei sapori dell'Isola e soprattutto dal gusto di gelati e granite. Un ricordo intenso, fatto di dolcezza e spensieratezza che nel 2004, dopo anni passati a muoversi nel mondo dell'enogastronomia, ha spinto Cutelli ad aprire a Pisa, lì dove è cresciuto dopo il trasferimento della sua famiglia, la sua prima gelateria.
Un locale essenziale dove riproporre il gusto autentico del dolce freddo, attraverso un legame fortissimo con la tradizione e con il passato, che per Gianfrancesco e il fratello Marco è sancito già dal nome della sua gelateria "De' Coltelli". Una scelta fatta in omaggio a quell'ambasciatore del gelato nel mondo che fu, nel XVII secolo, Francesco Procopio De' Coltelli, di cui sono discendenti.
Oggi, nelle due gelaterie toscane – a quella pisana s'è aggiunta la seconda a Lucca – il maestro gelatiere, insieme ai suoi collaboratori prepara il gelato seguendo alcune regole fondamentali: solo con latte fresco intero di Alta qualità, uova fresche di galline allevate all'aperto e frutta fresca di stagione, biologica e a km zero.
Una condizione essenziale quella della stagionalità, alla quale Cutelli – tra gli autori del libro "Avanguardia Gelato" – non ammette deroghe. O meglio, non ammette quasi deroghe. Se il pinolo e la ricotta biologica di pecora sono rigorosamente del Parco di San Rossore, il cioccolato è quello lavorato da Paul De Bondt e la frutta fresca è toscana, qualche eccezione a quella sulla provenienza delle materie prime, in realtà, Cutelli la fa.
E pure volentieri, immolandola sull'altare della creatività quando sceglie come ingredienti per i suoi gelati alcune eccellenze riconosciute come limoni di Sorrento, nocciole gentile Igp del Piemonte e mandorle di Noto.
Così facendo il gelato di Cutelli è diventato "gourmet", diventando tra i più apprezzati all'estero (anche dagli emiri) così come le sue granite, tra le migliori rigorosamente siciliane e fatte a regola d'arte che hanno varcato i confini dell'Isola.