crediti: Brambilla - Serrani
via Roma, 153 Cerda (Palermo) info@gelateriacappadonia.com
Antonio Cappadonia è nato a Cerda, un piccolo paese sul massiccio montuoso delle Madonie, a circa 60 km da Palermo. La sua attività di gelatiere inizia nel 1987, quando decide di aprire la sua “Gelateria Cappadonia” al numero 153 della strada principale della sua cittadina natale, via Roma. Per dieci anni, dal 1996 al 2006, è stato membro dell’Accademia della Gelateria Italiana e suo rappresentante per la Sicilia. Nel corso della sua carriera Antonio Cappadonia ha vinto numerosi concorsi nazionali e internazionali, ma il traguardo di cui forse è più orgoglioso è il successo dello Sherbeth Festival di cui è direttore. Il Festival Internazionale del Gelato Artigianale nel 2015 è arrivato a festeggiare la sua settimana edizione e in quell'occasione, dopo Cefalù, ha conquistato il centro di Palermo, invadendolo pacificamente con degustazioni, dibattiti, concerti, spazi dedicati ai bambini e corsi per aspiranti gelatieri. Nella sua interpretazione dell'arte della gelateria si fondono in modo mirabile ricerca, innovazione, rispetto della tradizione. Tecnica e cuore. Cappadonia si può considerare un vero precursore dell’utilizzo della materia prima di qualità nel mondo del gelato. Fin dai suoi inizi ha sempre utilizzato la frutta dei contadini della sua regione o dei suoi campi. Quando non poteva approvvigionarsi nella sua amata Sicilia, andava in cerca di prodotti delle cooperative di contadini. E’ così che ha, piano piano, selezionato il meglio dello zucchero e del latte; sempre seguendo il principio della qualità e del rispetto verso la natura, l’uomo e la sua salute. E’ proprio questo concetto di sano, di materia prima, di ricerca della purezza e della semplicità, che spinge Antonio Cappadonia a reintrodurre il metodo del “neviere”, dopo averlo vissuto e sperimentato a 2000 mt di quota. Questo metodo affascinante consiste nell’immergere in ghiaccio e sale un cestello, con la miscela di acqua zucchero e succo di limone, per lavorarla fino ad ottenere un sorbetto cremoso. Sbaglia chi ritiene che, reintroducendo questo metodo, Cappadonia mostri avversione e contrarietà alla tecnologia ed al progresso: tutt’altro. Purché sia etico ed al servizio dell’uomo perché il prodotto «deve sempre avere dignità e verità».
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
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