06-03-2025

Le Rive e il tempo: ecco le "armi" del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene

L'interessante degustazione tenuta dal direttore del Consorzio Diego Tomasi al Salone del Vino di Identità Milano: viaggio in un territorio spesso sottovalutato

Le degustazione curata del Consorzio di Tutela Con

Le degustazione curata del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg con il direttore Diego Tomasi (tutte le foto sono di Brambilla-Serrani)

Qui e solo qui, per una combinazione speciale di fattori. Ma sempre più capace di viaggiare nel tempo e di mostrarsi a ogni “età”. È l’unicità del Prosecco Superiore Docg delle Rive di Conegliano Valdobbiadene la protagonista della masterclass di lunedì 24 febbraio nel Salone del Vino al congresso di Identità Milano.

Una degustazione affascinante, per raccontare una viticoltura eroica, quell’interazione tra uomo e natura che ha portato anche al riconoscimento di patrimonio Unesco nel 2019. L’ha curata il Consorzio Prosecco Conegliano Valdobbiadene con la precisione e la passione del direttore Diego Tomasi. La precisione nutre con numeri, storia di un territorio e del suo suolo, ma anche di chi è impegnato a produrre vino su queste scoscese colline: 3mila famiglie in un’isola di 8.600 ettari all’interno del mare del Prosecco e 220 aziende che hanno prodotto 90 milioni di bottiglie nel 2024. La passione vibra nel racconto, come quando Tomasi rimarca «la nostra Glera» e quell’aggettivo possessivo risuona perché questo vitigno «da noi ha trovato l’ambiente e l’uomo ci ha creduto già intorno al 1800».

Il direttore Diego Tomasi tra i giornalisti

Il direttore Diego Tomasi tra i giornalisti

Il Consorzio le ha definite le bollicine giuste al momento giusto: perché, chiede Raffaele Foglia che con Cinzia Benzi ha curato il Salone.

«Per il nostro presidente Franco Adami questo è Prosecco di alta gamma – specifica il direttore – C’è un po’ di difficoltà economica in questo tempo, ma anche sempre più richiesta di vino che parli di identità e origine. Questo è un Prosecco di alto livello a un prezzo inferiore rispetto a uno champagne». A proposito, in Francia ha compiuto un balzo in avanti del 40%. 

Il valore nel bicchiere si gusta prima ancora con gli occhi e nella storia affascinante di ciò che non si vede, ma si conosce: il sottosuolo.

Il territorio come elemento chiave

Il territorio come elemento chiave

Adesso, tuttavia, l’esperienza si colora di una nuova sfida: quella della longevità. Perché le note floreali e di frutta matura cambiano, lasciano parzialmente lo scenario dell’olfatto per avanzare nel palato insieme ad altre sensazioni come la persistenza.

Le caratteristiche formazioni a schiena d’asino sono già un biglietto da visita di unicità in questa zona, rileva il direttore Tomasi: derivano dallo scontro tra la placca africana ed europea, si possono trovare solo ben lontano ovvero in Iran e Colorado. Ma c’è un altro valore immateriale: l’artigianalità, quel saper fare che è fatica, determinazione, orgoglio e passione appunto. Si affaccia il concetto di viticoltura eroica, che fotografa un altro numero – 800 ore di manodopera all’anno – però offre in cambio una differenziazione incredibile, a poca distanza, di profumi e sensazioni per il rapido cambiamento delle condizioni sotto e sopra la terra.

Uno dei vini in degustazione

Uno dei vini in degustazione

Si può “spostare” il vitigno, ricorrere al metodo Martinotti, ma tutti i dettagli – sostanziali – di queste Rive non si possono trasportare altrove. Assieme a un profumo così ricco di note e con i bassi dosaggi zuccherini che esaltano la complessità di questo vino.

Le Rive, con i loro lineamenti scolpiti nel tempo, proprio il tempo ripagano del loro prodotto. Suoli giunti dall’antichità, vecchi vigneti, grande fatica, ma occhi che brillano quando si beve un bicchiere oggi e domani, anzi anche oltre.

Terroir è tutto questo, e ancora una primavera mite, pioggia quanto basta, una buona ventilazione, l’escursione termica che decreta l’aromaticità: le rive sono 43, un piccolo grande prodigio contenuto in un territorio affascinante e che si racconta prima di tutto in un’eleganza senza tempo. Anche per questo, il tempo si può sfidare senza paura.

L'intervento di Diego Tomasi

L'intervento di Diego Tomasi

Allora, iniziamo il viaggio – grazie agli impeccabili sommelier Ais Laura Castellani, Lino Cicatiello e Alessandro Marcolini - con Sorelle Bronca, “Particella 232” Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Brut Rive di Farrò 2023. Qui ci chiama un suolo argilloso, con poco residuo di sasso, con una certa dotazione di calcare. Mela matura e acacia avanzano nell’olfatto, con note di agrume: «Un’espressione aromatica precisa, come preciso è il suolo» osserva il direttore Tomasi. L’eleganza di profumo e palato qui è essenzialità: delicatezza, non c’è bisogno di forza.

È affascinante rimanendo nella stessa annata, con Tanoré leggere una pagina diversa. Con Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Brut Rive di Guia 2023. Si percepisce il cambiamento del suolo: qui siamo nelle marne, «le vere marne, le più difficili». Accanto a frutta matura e note floreali, si avvertono sfumature balsamiche, ma anche mineralità.   

In piedi, Raffaele Foglia e Diego Tomasi

In piedi, Raffaele Foglia e Diego Tomasi

Un piccolo passo indietro nel tempo, un primo assaggio di longevità, con Andreola: il XXIII BIO” Valdobbiadene Docg Brut Rive di San Pietro di Feletto, annata 2021, ci porta più verso Conegliano con suoli rossi, argillosi antichi, e piove un po’ di meno. Alla mela verde si uniscono spezie e vegetale. Il vino entra in fase matura, lo sussurra tra mallo di noce e un tocco di tostatura, ma non sta certo zitto: comincia a voler raccontarsi in maniera diversa, presenta il suo equilibrio e una lunghezza in bocca comincia a farsi strada.

Fino a poco tempo fa, chi avrebbe osato assaggiare un’annata 2021?

I primi sei vini in degustazione

I primi sei vini in degustazione

Invece, ancora: controprova con Spagnol Col De Sas: il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut Rive di Solighetto della medesima annata. Siamo nel punto in cui si separa la zona di Conegliano dalla zona di Valdobbiadene: su queste colline il conte Balbi selezionò i biotipi di Glera che ancora oggi vengono coltivati.   

La sfida si fa avvincente tornando indietro di dieci anni. Entriamo in punta di piedi da Adami, “Vigneto Giardino” Valdobbiadene Docg Asciutto Rive di Colbertaldo 2015. Le pendenze più ripide e la roccia che affiora, assicurano un’ulteriore concentrazione: si percepisce tutto il volume di questi vini. La frutta matura si ritira al naso, non alla bocca e il dry offre un più alto residuo zuccherino. Non ci sono difetti al naso, la perdita di aromi primari porta con sé un’evoluzione del profumo e un apparire più strutturato. All’uva passa si affianca una sensazione di freschezza.  

L'omaggio ai vent'anni di Identità Golose: "Motus Vitae" Prosecco di Valdobbiadene 2005 di Bortolomiol

L'omaggio ai vent'anni di Identità Golose"Motus Vitae" Prosecco di Valdobbiadene 2005 di Bortolomiol

Osiamo tornare indietro di altri due anni Tenuta degli Ultimi con Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut Rive di Collalto 2013: la Susegana, quasi un panettone con vigneti che ruotano attorno, le parole di Tomasi si trasformano in un’immagine. L’esposizione prevalentemente a Sud Est introduce un altro elemento caratterizzante, insieme a un suolo così antico. Così si procede verso note di salvia e spezia, soprattutto si racconta quell’energia giovanile che non vuole dissolversi – lo racconta il perlage ancora presente – ma trasmettere il suo nuovo tempo, la sua maturità.

Si conclude allora con un omaggio: quello ai vent’anni di Identità, con Bortolomiol "Motus Vitae" Prosecco di Valdobbiadene 2005.


IG2025: Identità Future

Identità Future, 20 anni di nuove idee in cucina.

Marilena Lualdi

di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

Consulta tutti gli articoli dell'autore