L’enoturismo, leva potentissima per l’industria del vino: già azionata, e in modo sempre più deciso, da questo settore in Italia. Ma si può fare di più, soprattutto meglio e in maniera sempre più coordinata.
Se n’è parlato durante la prima giornata del congresso di Identità Golose, con dati e spunti. Ad approfondire il tema “Enoturismo, comunicazione e cultura” nel dibattito coordinato da Federico De Cesare Viola sono intervenuti Stevie Kim (Wine Expert e Managing Partner Vinitaly), Cristina Ziliani (Vice President & Corporate Relations Berlucchi Franciacorta), Francesca Planeta (Presidente Planeta Estate), Roberta Garibaldi (Professoressa di Tourism Management and Marketing) e Guido Martinetti (Imprenditore Food & Hospitality).

Federico De Cesare Viola insieme a Roberta Garibaldi
La partenza non poteva che avvenire con una solida base: quella dei dati messi a fuoco dalla professoressa
Garibaldi. Se si esaminano le esperienze preferite nelle vacanze autunno-inverno 24-25, al primo posto troviamo cultura e storia con il 44% per i turisti extraeuropei, al secondo l’enogastronomia con il 41% e soprattutto con una crescita del 7% sull’estate 2024. Gli enoturisti tra l’altro accrescono la durata media del viaggio (il 39,77%, quattro giorni o più). L’effetto sull’economia italiana è ulteriormente narrato dalle cifre: il turismo enogastronomico contribuiva con oltre 40 miliardi di euro all’economia italiana nel 2023. Ogni euro investito ne genera 7 di ritorno. «L’interesse oggi è già molto forte – ha sottolineato la docente – sta a noi lavorare per spingerlo di più». Anche perché attraverso il prodotto si consolida l’identità del territorio, con un profondo desiderio di esperienze nel segno della sostenibilità; tra le sfide future ci sono cambiamento climatico, intelligenza artificiale e ovviamente giovani.
Roberta Garibaldi ha anche messo a fuoco un decalogo di azioni, che partono dall’alleggerire i vincoli alle aziende agricole e produttive intenzionate a svolgere attività turistica a 360 gradi, passando dalle agevolazioni sulle assunzioni e dalla definizione di professioni turistiche specialistiche o dalla creazione di musei del cibo. Arrivando a uno dei temi chiave (e penalizzante, se non affrontato): troppi soggetti si occupano di turismo, ci vuole una governance che li colleghi. In questo insegna anche la Grecia che ha saputo mettere ordine.

Un altro momento dell'incontro
Ci vuole anche un approccio innovativo, meno standardizzato, nel comunicare. In questo senso,
Stevie Kim ha indicato il grande amore per l’Italia da parte dei turisti, con l’immagine della dolce vita “trasportata” dagli stessi immigrati italiani nel mondo. «Un popolo visto come incredibilmente creativo – ha osservato – con la cucina che è un’eccellenza pazzesca, ma l’italiano è anche altamente individualista». Di conseguenza, ci troviamo in un universo molto frammentato. Kim ha mostrato due video e ha poi rimarcato come i produttori sui social raccontino spesso attraverso lo stesso taglio di immagini, risultando così «molto anonimi».
Un riferimento come Cristina Ziliani ha iniziato a lavorare nel mondo del vino dal 1981, ma rileva il cambiamento incredibile tracciato in dieci anni. «Mio padre aveva impostato l’incoming per gli addetti ai lavori – spiega – oggi accogliamo 21mila persone all’anno, di cui 13mila effettivi enoturisti. E tanti giovani vengono in visita… sono loro che diventano poi storyteller e ambasciatori».

L'intervento di Guido Martinetti
Vale anche per la Sicilia, regione su cui gli enoturisti hanno puntato con crescente attenzione gli occhi. Conferma
Francesca Planeta: «È la prima destinazione di interesse per chi sta organizzando il prossimo viaggio. L’80% dei produttori oggi fa enogastroturismo e il 30% ha anche un’attività di accoglienza. Sul nostro sito la sezione più guardata è wine tour e questo la dice lunga… stiamo investendo sul digitale».
Cambiando scenario, lo charme verso i turisti viene confermato: ci trasporta in Piemonte e in particolare a Costigliole d’Asti Guido Martinetti con Mura Mura. «Una collina affascinante tra Monferrato e Langhe – la descrive così l’imprenditore – Offriamo un’esperienza immersiva. Nel relais tre quarti degli ospiti hanno visitato la cantina, io mi aspettavo di meno».

La consegna del riconoscimento ai relatori
Comunicare resta la chiave. Come? Spopola il video di
Oscar Farinetti con
Stevie Kim: «Lui dice 100 parole in inglese e si fa capire. Comunica in modo semplice, anche che il
Barolo va bevuto freddo…». Ma poi ecco strade come
Academia Berlucchi, una nuova agorà dove si incontrano personaggi che parlano di diversi temi, connessi con il vino. Quest’anno – sottolinea
Cristina Ziliani - l’obiettivo è portare 900 persone il 10 maggio al teatro di Brescia per due talk a ingresso libero.
Ancora, puntare su quella formazione mirata che dà lavoro e futuro, ritenuta fondamentale nello studio di Roberta Garibaldi. Come accaduto con Planeta: dove con l’ospitalità si sono “professionalizzate” 100 persone, in proporzione 80 donne e 20 uomini. Argomento, quello dell’occupazione al femminile in questo settore, ripreso da Guido Martinetti, che parla delle 77 donne (età media, 28 anni) al lavoro, ma va anche oltre con anche l’importanza nella ristorazione di ribaltare l’idea coltivata da troppi chef sul piatto per sé e non per gli altri. Per questo ha puntato su un giovane ucraino per il suo Radici, «che mi affascina per il suo senso dell’educazione e del rispetto – concludendo – Con materie povere perché il Piemonte ha vinto la fame ieri mattina, ci si impegna fare bene per il gusto di fare bene».