Beata gioventù! O ancor meglio: benedetta la giovanile capacità di osare, di pensare fuori dagli schemi, di mettersi in gioco in un progetto gastronomicamente eccellente ma, certo, imprenditorialmente coraggioso. Perché è chiaro a tutti: l’idea di aprire un ristorante fine dining a Isernia non è banale. Farlo, poi, da chef ragazzini e ancora poco conosciuti, anzi persino alle prime armi come protagonisti, e senza alcun grande gruppo alle spalle, rende la sfida ancor più audace. Poi, dedicare questo ristorante alla cucina vegetariana, sembrerebbe rasentare la follia (l’hanno aperto il 29 giugno 2024 e l’han chiamato Ausa).
Lucida follia, però, e fertile, quella di Anisia Cafiero e Pasquale De Biase. Insieme totalizzano poco più dell’età dello scrivente: lei è una classe 1997, lui un 1995. Sono coppia nella vita e nel lavoro, formatisi alla scuola romitiana, entrambi con la cucina nell’imprinting personale: Anisia per via del padre buongustaio, Pasquale invece perché suo nonno – Pasquale pure lui – era panificatore e aprì a Napoli un tarallificio, negli anni Cinquanta.
Lei è nata a Isernia nel gennaio del 1997, ha studiato al liceo linguistico e all’alberghiero di Agnone, si è trasferita a Londra e ha iniziato il suo percorso come cuoca in alcuni noti ristoranti d’ispirazione francese. È tornata in Italia per lavorare nella cucina desiderata da sempre, quella del ristorante Reale di Niko e Cristiana Romito, dove ha incontrato Pasquale, napoletano classe 1995, allievo dell’Accademia dello chef abruzzese, stage nel ristorante 3 stelle Michelin alla partita dei primi. Al Reale hanno appreso creatività, ricerca, bellezza e insieme poi sono partiti alla volta della Norvegia, per un’altra esperienza tristellata nel nordeuropeo Maeemo. Lì hanno scoperto metodo, rigore, attenzione ai dettagli, mentre iniziavano ad avere sempre più chiaro il proprio progetto di vita. Sono rientrati quindi in Molise, hanno recuperato dei vecchi fondaci e lì hanno costruito il proprio locale, principalmente sena aiuti. Anzi, con l’aiuto del papà di Anisia, ossia Enzo Cafiero: già commercialista e revisore di conti oggi in pensione, gourmet e appassionato di vini, ha realizzato di propria mano buona parte dell’allestimento del locale, a iniziare dai tavoli, fascinosi, in assi di noce recuperata con inserti di ferro battuto. Lui all’Ausa è anche sommelier empatico e preparatissimo, discreto ed elegante, «quali vini seleziono? Quelli che piacciono a me». Ha ottimi gusti.

Anisia Cafiero e Pasquale De Biase
Alla cucina pensano invece
Anisia e
Pasquale. Fan tutto da soli, l’esito è di assoluta armonia, vedasi l’utilizzo sapiente delle erbe aromatiche – e delle variazioni gustative in generale - a dare maggiore profondità a ogni assaggio. Una citazione merita il pane, profumato e fragrante.
A segnalarci Ausa era stato un mostro sacro, il citato Niko Romito, con parole minimal come suo stile («Gli chef fanno un ristorante al 100% vegetale, con una bella carta dei vini»), mentre lo candidava all’edizione 2024 dei TheFork Awards by Identità Golose, che avrebbero assegnato ad Ausa un riconoscimento prestigioso, il Premio Cucina Sostenibile, promosso da Eni Plenitude, questa la motivazione: “A chiacchiere siamo un po’ tutti sostenibili, o attenti alla sostenibilità. Però questa va praticata davvero: come fa una giovane coppia di chef, che ha scelto di aprire in una città periferica il suo ristorante di cucina vegetariana. Qui niente viene buttato, e soprattutto non viene gettato via il sapore: si mangia benissimo”. Ecco.
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