04-09-2024
Gestire un ristorante, come abbiamo detto, non significa solo creare un menu accattivante (prossimo topic di questa rubrica) oppure offrire un servizio eccellente. Dietro le quinte, c'è un complesso equilibrio economico da mantenere per assicurarsi che l'attività sia redditizia e sostenibile nel tempo. Il controllo di gestione è lo strumento che permette di monitorare e ottimizzare ogni aspetto finanziario dell'azienda, evitare sprechi e massimizzare i profitti. In quest’articolo, esploreremo l'importanza di un controllo di gestione efficace nell'esempio di un ristorante con un fatturato mensile di 50mila euro, analizzando come distribuire e monitorare i costi per garantire il successo a lungo termine. Il controllo di gestione è fondamentale per il successo di un ristorante, specialmente in un mercato competitivo, in cui i margini di profitto possono essere sottili. Gestire un'attività di ristorazione richiede non solo passione per il cibo e il servizio, ma anche una forte disciplina finanziaria. Esaminiamo un esempio concreto, tenendo conto di una situazione ottimale di cassa: cercheremo di esprimere con raziocinio i numeri sui quali bisogna attestarsi con per essere profittevoli, facendo seguito al business plan, tema del posto precedente. Per mantenere l'attività redditizia, è essenziale distribuire il fatturato in modo da coprire tutti i costi operativi, mantenendo margini sufficienti per reinvestire nell'attività e generare profitto. Ecco come dovrebbe essere distribuito il budget, con target percentuali per ciascun costo puntando a un assestamento degli incassi non più in là del sesto mese di attività. 1. Costo del Lavoro: 25%-30% del fatturato In questo esempio, il costo del personale dovrebbe oscillare tra i 12.500 euro e i 15.000 euro al mese. Se il ristorante impiega 10 dipendenti, tra chef, camerieri e personale di supporto, è fondamentale monitorare costantemente il costo orario e il numero di ore lavorate per mantenersi all'interno di questo target. Un'eccedenza potrebbe indicare che il personale è sovradimensionato rispetto al volume di clienti, o che i turni non sono ottimizzati. 2. F&B Cost: 28%-35% del fatturato Il costo delle materie prime dovrebbe situarsi tra i 14mila euro e i 17.500 euro al mese. Ad esempio, se il ristorante serve principalmente piatti a base di pesce, una gestione accurata delle scorte e un controllo rigoroso delle porzioni sono essenziali per evitare sprechi. Se il costo del pesce fresco aumenta, il ristorante potrebbe decidere di adattare il menu per includere alternative più economiche, senza sacrificare la qualità. Questo, ahimè, è ancora il nemico giurato e fonte di disguidi tra reparti di trasformazione (chef, bartender, sommelier...) e reparti di contabilità (economato, account ecc..). Nelle prossime rubriche andremo a toccare la materia a fondo. 3. Costi di marketing: 3%-5% del fatturato Per un investimento in marketing di circa 1.500 a 2.500 euro al mese, il ristorante potrebbe destinare questi fondi a campagne sui social media, promozioni locali o collaborazioni con influencer del settore food e pr. Se, ad esempio, una campagna su Instagram porta a un aumento significativo delle prenotazioni, l'investimento è giustificato. Se invece non si notano risultati concreti, potrebbe essere necessario rivedere la strategia, cosa che andrebbe fatta ogni 45 giorni e in accordo al risultato in termini temporali che si cerca di raggiungere. 4. Costi fissi: 10%-15% del fatturato I costi fissi, come l'affitto del locale e le utenze, dovrebbero variare tra i 5.000 e i 7.500 euro al mese. Supponiamo che l'affitto del ristorante sia di 4.000 euro mensili. Questo lascia un margine di 1.000-3.500 euro per coprire altre spese fisse come l'energia elettrica, il gas e le assicurazioni. Se le bollette aumentano, il ristorante potrebbe considerare investimenti in tecnologie più efficienti dal punto di vista energetico per ridurre questi costi. 5. Costi variabili: meno del 10% del fatturato Infine, i costi variabili, come forniture non alimentari, decorazioni e piccole riparazioni, dovrebbero restare al di sotto dei 5.000 euro al mese. Ad esempio, se il ristorante decide di rinnovare parte dell'arredamento o acquistare nuove stoviglie, questi costi devono essere attentamente bilanciati rispetto al budget disponibile, per evitare di compromettere la liquidità.
Dom Carella è tra i docenti più importanti di “Restaurant Business Management”, Master executive realizzato in collaborazione tra Iulm e Identità Golose Per tutte le informazioni leggi qui
Economia della ristorazione: format, imprese, idee
di
lucano, classe 1984, professionista con un'esperienza decennale come chef, bartender e manager, con Arkana Consulting oggi è consulente per lo sviluppo di alcuni importanti marchi di hotel, bar, ristoranti e chef
Il logo del nuovo locale milanese Ultra Milano
Dom Carella è tra i docenti più importanti di “Restaurant Business Management”, Master executive realizzato in collaborazione tra Iulm e Identità Golose, in partenza l'8 aprile 2024. La chiusura delle iscrizioni è fissata al 21 marzo 2024. Per tutte le informazioni leggi qui
L’8 aprile 2024 parte “Restaurant Business Management”, Master executive realizzato in collaborazione tra Iulm e Identità Golose. La chiusura delle iscrizioni è fissata al 21 marzo 2024. Per tutte le informazioni leggi qui
Restaurant Business Management è l’economia della ristorazione, la relazione tra costi e opportunità, identità e qualità; contenuti utili rivolti a imprenditori, ma anche appassionati che potranno osservare il mondo della ristorazione da un altro punto di vista. Un insieme di strumenti, idee e competenze da immettere all'interno di nuove imprese o format già esistenti