30-04-2025

Tortellini, giraffe, Manara e la mela del peccato: a Bologna c'è un Eden nel parco

Eden è un innovativo ristorante immerso in 6 ettari di verde a Casalecchio di Reno (Bologna): era un chiosco dismesso, ora è un locale a 360°. «Il cliente vuole tutto e noi glielo diamo, pure uno spazio per lavorare» spiega l'imprenditore Amin Bayumi

Il ristorante Eden è inserito armoniosamente nell

Il ristorante Eden è inserito armoniosamente nell'immenso polmone verde del Parco Rodari a Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna

C'è un grande prato verde dove nascono speranze... Inizio da un verso di “Un mondo d'amore”, canzone del 1967 portata al successo da Gianni Morandi, per portarvi all'Eden Ristorante di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna. Il grande prato c'è, eccome se c'è, visto che stiamo parlando del Parco Rodari, un immenso polmone verde di circa 6 ettari (non a caso i bolognesi lo reclamano come il loro Central Park), con pioppi, tigli e platani secolari. Proprio in questa oasi verde è nata la speranza di restituire dignità a un vecchio chiosco in ferro e lamiera per gelati e bibite dismesso da anni. 

Per il logo del ristorante è stata scelta la giraffa, animale che sa guardare lontano e dal portamento elegante. E diverse giraffe, importate da Bali, sono diventate complementi di arredo

Per il logo del ristorante è stata scelta la giraffa, animale che sa guardare lontano e dal portamento elegante. E diverse giraffe, importate da Bali, sono diventate complementi di arredo

Il Comune ci aveva provato più volte a ridargli vita attraverso bandi andati deserti, fino a quando la proposta è arrivata a Amin Bayumi, casalecchiese con origini egiziane, titolare di un'azienda che dal 1996 realizza arredamenti in legno per esterni di alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari, aree pubbliche e industriali. A convincerlo è stata l'immensa possibilità di manovra lasciata dal bando all'inventiva e alla fantasia. Bayumi aveva in testa un'idea precisa: creare un luogo di condivisione, qualcosa che non c'era ancora e quel parco rappresentava uno stimolo da non lasciarsi scappare. E così, insieme all'architetto Ivanoe Castori e alla moglie Viviana Capecchi, fondamentale nella scelta degli arredi, dei tessuti e delle policromie delle pareti, nel settembre 2023 è stato inaugurato l'Eden Ristorante che ha l'innegabile pregio di inserirsi in uno straordinario contesto naturale senza stravolgerlo, ma calandosi “dentro” grazie all'ausilio di luminose ed ampie vetrate e alle terrazze, l'importante asso nella manica nelle serate estive. 

Amin Bayumi, casalecchiese con origini egiziane, con la moglie Viviana Capecchi: sono loro gli artefici di un sogno diventato realtà

Amin Bayumi, casalecchiese con origini egiziane, con la moglie Viviana Capecchi: sono loro gli artefici di un sogno diventato realtà

Gli interni hanno una chiara influenza indonesiana, dovuta al fatto che Bayumi ha due locali anche a Bali: l'abbondanza di piante si abbina a pareti color verde ottanio e terracotta, ai tavoli in legno e a un gioco di luci calde e soffuse. Uno stile Urban Jungle impreziosito da gigantografie di Milo Manara («È stato lo stesso artista a dirci dove e come le voleva posizionate» ha spiegato Viviana) e da tante giraffe bianche di varie dimensioni. «La scelta del nome Eden per questo locale ci è uscita d'istinto vista la bellezza intorno – ha spiegato la Capecchi – , ma per trovare il logo che ci caratterizza abbiamo impiegato alcuni mesi. Alla fine abbiamo scelto la giraffa perché è l'animale che sa guardare lontano con un portamento elegante. È stata un'impresa reperire le giraffe da esporre perché le volevamo raffinate, sottili e sinuose. Le abbiamo trovate ed acquistate a Bali, come tanti altri componenti dell'arredamento e dell'illuminazione». Si chiama ristorante ma la verità è che l'Eden vuole oltrepassare il classico concetto di cucina per essere tante altre cose nello stesso contenitore: punto di ritrovo per aperitivi e brunch, serate evento e anche spazio tranquillo per digital worker. Qui si viene per “stare insieme”: per lavoro, per divertirsi, per condividere in 450 una cena aziendale natalizia con tanto di nevicata artificiale o per coccolarsi in una romantica serata di coppia.

Ha richiesto il bis il Tortellino in crema di Parmigiano preparato artigianalmente dalle sfogline

Ha richiesto il bis il Tortellino in crema di Parmigiano preparato artigianalmente dalle sfogline

«Il cliente oggi vuole tutto – spiega Bayumi – e noi gli diamo tutto. Ma non siamo per tutti, cerchiamo l'ospite curioso, che ama viaggiare, che vuole un posto dove trascorrere in sicurezza ed atmosfera una serata piacevole, facendogli dimenticare lo smartphone. Abbiamo voluto un locale in grado di abbracciare l'ospite, facendo tutti noi squadra per offrirgli un'esperienza indimenticabile». Già, tutti insieme. Nella foto di gruppo ci sono proprio tutti, il proprietario, la moglie, il barman, il direttore di sala, l'organizzatrice degli eventi... Tutti, ma non lo chef. Normale chiederne il motivo, visto che siamo lì per assaggiare la cucina attraverso un menù che giudicheremo costruito e impiattato con esperienza. La risposta apre nuovi ed audaci orizzonti alla ristorazione: «Il locale – mi spiega Bayumi - non è costruito sulla cucina e non ci vogliamo identificare con essa. Selezioniamo scrupolosamente ingredienti e fornitori ma non abbiamo l'ambizione della stella e non richiamiamo la clientela per un piatto firma. La nostra è una filosofia che non si affianca al nome di uno chef, ma chi sta con noi deve essere un custode dei nostri principi».

Tra le proposte di primo le Mezze maniche cacio e pepe con gamberi rossi preparate dallo chef Max Fabbricat

Tra le proposte di primo le Mezze maniche cacio e pepe con gamberi rossi preparate dallo chef Max Fabbricat

Già, ma ci sarà pure qualcuno che organizza il menù, pensa agli ingredienti, inventa, crea? Il nome dello chef non esce neppure con questa domanda diretta e anche in questo caso è il proprietario a dirsi artefice delle proposte, nate spesso, come sottolinea la moglie Viviana, da tante esperienze di viaggio e da ingredienti conosciuti anche fuori dai nostri confini. «Puntiamo – sottolinea Buyami – a una cucina fondata sulla stagionalità e sostenibilità, capace di abbinare tradizione e innovazione, con influenze provenienti da ogni parte del mondo. Ma sia chiaro che il Tortellino in crema di Parmigiano fatto dalle sfogline non manca neppure da noi ed è super. Pure il pane (buonissmo, ndr) lo prepariamo artigianalmente in casa, in più tipologie».

Ravioli all'orata, aglio, olio, peperoncino, calamari e vongole 

Ravioli all'orata, aglio, olio, peperoncino, calamari e vongole 

Sulla carta ci si muove con disinvoltura tra pesce e carni pregiate (fiorentine, black angus Usa, costate, tagliate, tomahawk), preparate a bassa temperatura, in padella e alla griglia con un forno spagnolo Josper: «È il top, una macchina impressionante su cui ci si può cucinare più o meno tutto. Noi lo utilizziamo con carboni cubani che hanno una durata eccezionale» afferma con orgoglio il titolare.

Noi abbiamo però pranzato esclusivamente a base di pesce, d'innegabile freschezza e in più varietà. Ma ci è mancata la presenza dello chef che ci avrebbe spiegato le singole portate, portando del valore aggiunto al tavolo. Non si poteva certo pretendera dal giovane e volenteroso personale una spiegazione tecnica dei piatti o il racconto dell'emozione o del  ricordo che aveva portato alla loro creazione. Impossibile chiederlo anche ai proprietari che non ci hanno accompagnato nel pranzo. Ma, ve lo diciamo subito, abbiamo mangiato bene e se ciò è avvenuto, ci teniamo a puntualizzarlo, il merito è dello chef che ha un nome e un cognome. Sì, siamo andati a cercarcelo perché ogni piatto ha un imprinting ed è di chi lo ha cucinato. E allora eccolo il nome dello chef: Max Fabbricat, con oltre 25 anni di esperienza europea alle spalle tanto in hotel di lusso quanto in piccole realtà, sempre alla ricerca delle migliori espressioni del territorio e con un'attenzione particolare ai temi della sostenibilità. Si racconta in una frase: «L'esperienza mi ha temprato nella resistenza fisica necessaria in cucina e mi ha reso risolutivo negli imprevisti e nel multitasking». La sua stretta di mano è poderosa, il suo sorriso mi spinge a sedermi. Lui corre in cucina.

Nonostante siano forti anche sulla carne, ho pranzato con un menù tutto a base di pesce: ecco il Rombo in confit con patate arrosto e cardoncelli

Nonostante siano forti anche sulla carne, ho pranzato con un menù tutto a base di pesce: ecco il Rombo in confit con patate arrosto e cardoncelli

Buono l'inizio con il Roastbeef di tonno su fondo di vitello, broccoli selvatici e curry e le Capesante con guanciale, jus vegetale e carota acida, in un coraggioso gioco di consistenze. Interessante la Piovra con cavolfiore, caramello al miso e rosmarino che però non ha brillato per tenerezza, perdendo molto del suo potenziale. Fuori programma e su richiesta è arrivato il Tortellino in crema di Parmigiano, che mi ha strappato il bis: in equilibrio su tutto e con la sfoglia tirata al punto giusto. Ho assaggiato anche le Mezzemaniche cacio e pepe con gambero rosso, piatto decisamente bello da vedere, generoso nella quantità e pure in quella del pepe che ha penalizzato il sapore del gambero appena scottato. Il confronto con i tortellini non lo vincono neppure i Ravioli all'orata, aglio, olio, peperoncino, calamari e vongole, troppi ingredienti in un solo piatto. Pesce anche a seguire con il Rombo in confit con patate arrosto e cardoncelli dal sapore forte e deciso a contrastare l'estrema tenerezza del filetto di pesce. Anche i dolci sono tutti artigianali e sono trascinati dal “fotogenico” Eden, la mela del peccato posata su un biscotto crumble e farcita. Un buon finale. 

Finale dolce con Eden, la mela del peccato

Finale dolce con Eden, la mela del peccato

Fascia di prezzo medio alta, carta dei vini che attraversa l'Italia con passaggi in Borgogna, Alsazia, Germania e champagne rigorosamente francesi dalle etichette importanti. Ultima stretta di mano allo chef Fabbricat, rimasto lontano dalle luci della ribalta: «Non me ne faccio un problema, non cerco visibilità. Per me l'unica cosa che conta è che lei abbia mangiato bene». 

Gli eleganti interni del ristorante Eden che vuole esprimere potenzialità a 360 gradi, offrendo anche spazi per il digital work

Gli eleganti interni del ristorante Eden che vuole esprimere potenzialità a 360 gradi, offrendo anche spazi per il digital work


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Paola Pellai

di

Paola Pellai

giornalista professionista, nata in un'annata di vino buono. Ha spaziato in ogni settore, dallo sport alla politica perché far volare in alto la curiosità è il sistema migliore per non annoiare e non annoiarsi. Non ha nessuna allergia né preconcetto alimentare, quindi fatele assaggiare di tutto. E se volete renderla felice, leggete il suo libro di fotostorie, Il tempo di uno sguardo

Consulta tutti gli articoli dell'autore