Certe storie non iniziano con un’idea, ma con un gesto. Un nonno che affonda le mani nella terra, una famiglia che riconosce nella natura il proprio patrimonio più autentico. Per Achille Scudieri, presidente della Fondazione Scudieri, terza generazione di una dinastia industriale, e per i suoi fratelli, il legame con la terra è sempre stato qualcosa di più di un investimento. «In famiglia siamo legati a questa realtà da generazioni. I nostri nonni, sia materni che paterni, possedevano grandi proprietà agricole in Campania, e ci hanno trasmesso il valore del patrimonio terriero», racconta Scudieri. Da questo legame nascono i nuovi investimenti di famiglia, che ambiscono a costruire un nuovo rapporto con la terra e prendono forma in un progetto che parte da Pantelleria e arriva in Toscana, intrecciando viticoltura, ospitalità e cultura del cibo.

Achille Scudieri, terza generazione della famiglia Scudieri e presidente della Fondazione Scudieri (Foto ufficio stampa/Massimo Scarabaggio)
Achille Scudieri racconta di questo futuro a Milano, al primo piano di Obicà in via Cusani, in occasione della presentazione dei vini della cantina Abraxas, il progetto vitivinicolo nato a Pantelleria e acquisito dalla famiglia Scudieri. Un luogo non scelto a caso: Obicà è parte integrante degli investimenti nel mondo del food del gruppo, quello che nel futuro diventerà sempre più punto di connessione tra la produzione e la ristorazione. Questi investimenti non rappresentano solo una diversificazione rispetto al core business della famiglia, ma una scelta precisa. «Crediamo nella filiera e nella qualità delle materie prime. Vogliamo essere ambasciatori della vera italianità, portando la nostra visione nei progetti in cui investiamo» sottolinea Scudieri.

I vini della Tenuta Abraxas (Foto Massimo Scarabaggio)
Dalla Campania alla Toscana: una filiera che guarda avanti
Non è un percorso casuale. L’industria e l’automotive, core business del Gruppo Adler, gestito dalla famiglia Scudieri, seguono la stessa logica di filiera: la produzione è integrata, senza intermediazioni che disperdano valore. «Noi produciamo tutto in-house, e abbiamo applicato lo stesso principio all’agroalimentare», chiarisce. Così, quando si presenta l’opportunità di rilevare l’azienda fondata dall’ex ministro Calogero Mannino a Pantelleria, in difficoltà finanziaria, la famiglia interviene: prima gestendo gli anni più complessi fino all’asta, poi investendo nella rinascita della tenuta.

La Tenuta Abraxas a Pantelleria (Foto sito)
È qui che nasce la “nuova” Abraxas, una cantina che celebra il carattere estremo dell’isola, la forza della sua viticoltura eroica e il valore di una tradizione che non si piega ai compromessi. Non solo vino, ma anche un progetto di accoglienza legato alla scoperta di un territorio che sfida e conquista: «Vogliamo dare un posto importante a Pantelleria, sotto l’aspetto vitivinicolo, commerciale e turistico. Un’isola senza spiagge, senza acqua all’interno, con il mare profondo e le colline bruciate dal vento. Eppure, chi ci arriva sente di aver trovato qualcosa di raro, come è capitato a noi». Una filosofia che emerge anche nei dettagli: i vigneti di Abraxas, ad esempio, seguono rigidamente il disciplinare, con appassimenti sui graticci all’aria aperta e un lavoro manuale che custodisce il peso di una tradizione antica. «Non bisogna demonizzare la serra – osserva Scudieri – ma i nostri collaboratori, che hanno imparato dai loro nonni, vogliono mantenere la tecnica originale». Il racconto dell’azienda non è solo quello di un’etichetta ma di un ecosistema agricolo.

Tenuta La Fratta in Val di Chiana in Toscana (Foto sito)
Il modello Pantelleria della famiglia Scudieri abbraccia anche la Tenuta La Fratta in Toscana, 600 ettari in Val di Chiana, tutti resi irrigabili e produttivi. Qui la filiera è il principio fondante: alimenti per gli animali prodotti in loco, pascoli liberi, allevamenti non intensivi, un sistema che evita scorciatoie e punta su qualità e sostenibilità. «Non vogliamo superare i 700 capi, perché non ci interessa la quantità, ma il valore di ciò che produciamo», ci dice Scudieri. È seguendo questa logica che a La Fratta nascono la macelleria diretta e la nuova cantina, in un’idea di ospitalità che si intreccia con la cultura del territorio. La carne diventa materia prima per format ristorativi come Toraya a Firenze, mentre la produzione vinicola si affaccia sul mercato. Il racconto dell’azienda non è solo quello di un’etichetta ma di un ecosistema agricolo.

Alla Tenuta La Fratta il pascolo è libero (Foto sito)
La visione di una famiglia tra passato e futuro
Nella storia della famiglia Scudieri, ogni passaggio ha il ritmo di una crescita che non è mai lineare, ma fatta di intuizioni e scelte coraggiose. Il nonno Achille, fondatore di Adler Plastic, ha costruito un impero industriale che oggi i nipoti portano avanti con lo stesso spirito: rilevare aziende in difficoltà e trasformarle in modelli di eccellenza. «Creare da zero è complesso, ma rilanciare realtà con un passato ci permette di valorizzarle più rapidamente», spiega. È successo anche con Tramontano, storico brand di pelletteria napoletana, che la famiglia sta riportando agli antichi fasti, ed è successo nel food, con investimenti mirati che oggi vedono in Obicà uno dei principali ambasciatori dell’italianità nel mondo.
Ma, nonostante la visione internazionale, il legame con le radici rimane saldo. La famiglia Scudieri vive ancora a Ottaviano, in provincia di Napoli, nel cuore della Campania. «Siamo legati alla nostra terra e vogliamo restituire valore al territorio», sottolinea il presidente della Fondazione Scudieri. Una scelta che riflette la volontà di non lasciarsi travolgere dall’omologazione. Il futuro, però, non si costruisce solo sul passato. «Abbiamo un piano di investimenti ambizioso – racconta –: a Pantelleria puntiamo a raggiungere il break-even nel 2025, mentre in Toscana guardiamo al 2030. Stiamo lavorando a nuove strutture, ampliando la produzione e migliorando l’accoglienza».
Un percorso che non è mai stato dettato dalle sole logiche di mercato, ma da una visione imprenditoriale a lungo termine: «Non ci piace lavorare a tavolino. Un progetto deve nascere da una scintilla, non da un obbligo». E quella scintilla, per Achille Scudieri, è la stessa che ha guidato la sua famiglia per generazioni: custodire ciò che vale, per trasformarlo in qualcosa che guarda avanti.