02-02-2025
Christian Mandura e Andrea Turchi, a capo della cucina della Maison Capriccioli di Torino
Torino sa essere una città guardinga. Una che osserva le novità con una certa diffidenza, prima di crederci davvero. Di certo, in passato, Torino ha avuto questo atteggiamento con i ristoranti di pesce, che infatti non hanno mai brillato in città, salvo qualche eccezione. Chi ce l'ha fatta è riuscito a convincere con una proposta di personalità (vedi alla voce Pescheria Gallina) o con una cucina rimasta squisitamente uguale a se stessa negli anni (Mare Nostrum, per dirne una).
Insomma, nonostante il mare sia a un passo, tanto da aver reso le acciughe materia prima principe della tradizione, la ristorazione di pesce non ha mai realmente saputo conquistare la città.
La sala
Lo chef resident di Maison Capriccioli, classe 1994 e precedenti esperienze da Matteo Baronetto, Moreno Cedroni e Alessandro Mecca, realizza sotto la supervisione di Christian Mandura un menu che viaggia sul filo del tempo, guardando alla storia di questi tavoli, che pure riuscirono a ottenere il consenso della critica, e strizzando l'occhio alla più spinta contemporaneità, soprattutto di derivazione d'Oltralpe. Il risultato è piacevolmente straniante (e qui, probabilmente, è dove si vede di più la mano di Mandura), con un saliscendi che rimanda sempre alla classicità dei piatti di mare, senza però limitarsi a interpretarla.
Sarda a beccafico
Il saliscendi è spesso anche corretto nei sapori, con l'inizio spinto dell'Ostrica con spinaci e beurre blanc, che stimola le papille gustative a prepararsi a quello che verrà, passando per un delicatissimo Assoluto di seppia e continuando nelle vie dei sapori salmastri e iodati dello Spaghettone mantecato al burro affumicato con ricci e uva di mare (piacevolmente pieno e rotondo), o del Rombo alla Rossini, preparato come fosse un filetto, con lamelle di tartufo nero, una riduzione di fegatini servita a parte e accompagnato da un'insalatina di senape, amaranto e vinaigrette.
Assoluto di seppia
Spaghettone mantecato al burro affumicato, ricci e uva di mare
Finale con il botto, con una piccola e perfetta Mousse di cioccolato fondente ricoperta da uno strato di caviale, in quello che sembra un chiaro omaggio alla tarteletta del due stelle Michelin Bruno Verjus, e che ripropone un abbinamento incredibilmente riuscito, sontuoso e opulento già nella concezione, prima ancora che in bocca.
Spesa adeguata al contesto, e anzi tutto sommato contenuta, considerate le materie prime e le ambizioni dichiarate del ristorante: i menu degustazione stanno a 75 e 90 euro, e un costo più o meno equivalente per tre piatti alla carta.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
giornalista, si occupa di enogastronomia e di viaggi e ne scrive per diverse testate. Appassionata di cose buone e di scrittura, è riuscita a conciliare queste due cose facendone il lavoro perfetto
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Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.