Qui dove il mare luccica e tira forte il vento: c’è chi l’ha letta cantando e chi mente. Per scrivere questa canzone famosa nel mondo, il grande Lucio Dalla nel 1986 prese ispirazione dalla storia dell'illustre tenore Enrico Caruso che, tra il 1920 e il 1921, gravemente malato, trascorse i suoi ultimi giorni offrendo lezioni di canto ad una giovane donna di cui si era perdutamente innamorato.
Forse però le cose non andarono esattamente così: «È una vicenda un po’ mitizzata, Caruso in quel periodo non dava assolutamente lezioni. La ragazza di cui si parla è Dorothy, la moglie, a cui tra l’altro era legatissimo. Il cantautore bolognese ha fatto una trasposizione ideale, dalla moglie alla ragazza, a fini artistici», spiega Melisanda Massei Autunnali, autrice del libro Caruso, che racconta tutto, ma proprio tutto, della canzone.

La targa commemorativa all'ingresso dell'hotel dedicata ad Enrico Caruso
Senza timore di smentita è il fatto che al centro di tutte le vicende ci sia un luogo delle meraviglie, testimone silente di una storia intrisa di arte, musica e passione: l’
Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento.
Cinque stelle lusso di proprietà della famiglia Fiorentino da sei generazioni, la struttura gode di una posizione privilegiata nel centro della città, in cima a una scogliera che domina il porto, e si compone di tre ville costruite tra il 1834 e il 1880: Richard Wagner, Johann Wolfgang von Goethe, Marylin Monroe, Sophia Loren, Jack Lemmon, Barbra Streisand e Luciano Pavarotti hanno dormito qui. Inutile dire che la vista è mozzafiato sul tramonto, sul Vesuvio e sul Golfo di Napoli.

Il ristorante Terrazza Vittoria
Diretto magistralmente dalla brillante hotel manager
Tiziana Laterza, l’albergo offre possibilità di scelta tra tre outlet per diverse proposte food:
Terrazza Vittoria, tavola dei classici della cucina napoletana,
l’Orangerie per piatti e drink glamour a bordo piscina e
Terrazza Bosquet, tempio di gusto ed eleganza, in cui vivere l’esperienza
fine dining firmata dall’executive chef
Antonino Montefusco.
Classe 1983, il cuoco di Sorrento ha mosso i primi passi nel mondo della ristorazione locale: «Ho cominciato giovanissimo, a 14 anni, come lavapiatti nel ristorante di mio zio» ricorda con un sorriso. Durante e dopo gli studi all’istituto alberghiero, ci sono state le esperienze in Svizzera: a Crans-Montana, in un hotel 5 stelle lusso, e al Domaine de Châteauvieux, sotto la guida dello chef Philippe Chevrier. Momento chiave della formazione è stato il periodo a La Pergola di Heinz Beck: «Entrai quando il ristorante aveva due stelle Michelin e quell’anno conquistò la terza». Dopo un passaggio al Rossellinis di Ravello (Sa) con lo chef Pino Lavarra, Antonino torna a Sorrento all’Excelsior Vittoria e nel 2017 indossa la toque più alta confermando a Terrazza Bosquet il rosso macaron conquistato tre anni prima dal suo predecessore Luigi Tramontano.
La visione gastronomica di
Montefusco è radicata in un profondo rispetto per le proprie radici, che considera il fondamento di ogni sua creazione: « La cucina è ciò che siamo stati. Il piatto nasce dal mio passato e dalla nostra memoria, che per me è essenziale».
Una meticolosa ricerca alla base rende i suoi piatti non solo golosi e diretti, ma unici nelle presentazioni sempre inusuali, ironiche, divertenti. Il cuoco sorrentino si muove con delicatezza, rispettando la purezza dei sapori locali, ma aggiungendo pennellate personali di fantasia: il menu diventa così una tavolozza di gusti in cui ogni piatto è studiato per sorprendere senza mai disorientare.
La libertà creativa e di espressione di uno chef rappresenta l’anima della cucina contemporanea: ogni cuoco ha la possibilità di trasformare ingredienti comuni in esperienze uniche, giocando con sapori, forme, colori e consistenze. Partendo dalla storia gastronomica campana, Montefusco predilige le materie prime del territorio, il pescato fresco del giorno, gli agrumi profumati, le erbe aromatiche dei giardini sorrentini, per dare vita a piatti che non osano rompere del tutto con la tradizione, ma la reinterpretano con estro ed equilibrio: non una cucina che rivoluzioni, ma che evolva e progredisca con tocchi raffinati e creativi, come l’arte quando riesce a rinnovarsi senza perdere la propria anima.

La sala interna ed esterna di Terrazza Bosquet
Antonino Montefusco riesce oggi così ad esprimere la sua maturità di cuoco e di uomo, è cresciuto professionalmente e umanamente, mantenendo sempre saldo il legame con le origini. La sua cucina, radicata nella tradizione campana ma aperta alle contaminazioni, riflette il percorso personale: un cammino fatto di passione, studio e consapevolezza. In un mondo gastronomico in costante evoluzione, riesce a mantenere il giusto equilibrio tra innovazione e rispetto per il passato, creando piatti che, al primo assaggio, riportano alla mente sapori autentici e familiari. Tutto questo rende
Terrazza Bosquet spazio esclusivo dove vivere un’indimenticabile esperienza, oltre che per la cucina, per la proposta vini ricercata del bravo sommelier
Natale Sicignano e per un inappuntabile servizio di sala curato da
Giuseppe Sorrentino. Qui, dove il mare luccica.
A seguire i nostri assaggi.

Insalata Nizzarda: tutti gli ingerdienti del piatto in una tartelletta e il Cestino di rucola con chutney al pomodoro, mousse di Parmigiano e germogli di rucola

Caesar salad: chips al Parmigiano con mousse di pollo grigliato e nappatura di lattuga e Cocktail di gamberi: chips di gamebreo rosso di Crapolla con salsa rosa

Sea club sandwich di tartare di tonno rosso, maionese alla paprika e avocado

Croissantiello: fusione tra il croissant francese e il casatiello napoletano

Varietà di pani campani: cafoncello di Castellammare, pane di San Sebastiano al Vesuvio, pagnotta di Saragolla, pane di Iurmano, pane quadrato di Pompei, pagnotta di santa Chiara

Moscardino grigliato con patate viola e patate dolci, capperi, pomodori e salsa alle olive verdi

Fassona con ricci di mare e pomodoro alla pizzaiola

Dedicato a Roma Triglia Caput Mundi: triglia di scoglio scottata con salsa di alici, riduzione di triglia e insalata di puntarelle

Concetto spaziale, omaggio a Lucio Fontana: risotto mantecato con scamorza e salsiccia, spuma di friarielli e salsa al peperoncino

Gnocchi alla sorrentina: gnocchi di patate, sfere di mozzarella liquida, pomodoro, basilico, cialda di Parmigiano Reggiano e consommè di pomodoro

Coccio all'acqua pazza: filetto di gallinella di mare cotta "all'acqua pazza", con gel di acqua pazza, zucchine, carote e patate. Da degustare con la bruschetta che segue

Bruschetta con pomodoro e aglio

Caffè caffè caffè, l’essenza del caffè napoletano: crema di nocciola, mousse e meringa al cioccolato e nuvola di caffè