«Il Fiordilatte Summit era un’idea che avevamo in mente da qualche tempo per divulgare la conoscenza di prodotti d’eccellenza come appunto il fiordilatte, la provola e gli altri latticini da latte di mucca che tutti ci invidiano e ci copiano, ai quattro angoli del mondo». Esordisce così Giovanni Amodio, quinta generazione di una famiglia di casari che ha trasformato una delle eccellenze campane più amate nel mondo in un’azienda di respiro internazionale. Ci racconta la nascita dell'evento itinerante e internazionale che ha tenuto banco negli scorsi mesi e che scaturirà nel gran finale del World Fiordilatte Summit, il prossimo 11 settembre (ne abbiamo già scritto qui): «A un certo punto abbiamo capito che per far conoscere davvero qual è la differenza tra un fiordilatte e un “cheese” qualsiasi dovevamo andare oltre il terreno teorico e cominciare un confronto diretto con i pizzaioli: è importante verificare le teorie nella pratica di ciò che accade realmente in una pizzeria. Questo vale in Italia come nel resto del mondo». Alla base della missione di Latteria Sorrentina c’è il claim scelto dall’azienda vesuviana: “Sulla pizza ci va solo il fiordilatte”. «A molti potrebbe sembrare uno spot e basta – argomenta il vicepresidente di Latteria Sorrentina - Invece è un assunto che nasce dalla conoscenza delle caratteristiche dei latticini e delle pizze. Ci siamo impegnati a trasmettere tale consapevolezza a tutti coloro che vogliono proporre una pizza degna di questo nome».

DIVULGATORI DI ITALIANITÀ. Per questo
Latteria Sorrentina ha coinvolto alcuni dei migliori pizzaioli italiani come divulgatori nelle varie tappe del
Fiordilatte Summit. «In ogni tappa un pizzaiolo italiano ha condotto la giornata con il supporto del team aziendale per approfondire i temi legati alla conservazione e all’utilizzo dei latticini», continua
Amodio. Ma le “lezioni” sui latticini sono andate oltre, fino a toccare il tema dell’
italian sounding, pratica con la quale alcuni produttori esteri usano nomi simili a quelli tricolori per commercializzare prodotti che nulla hanno a che fare con quelli di casa nostra. «Abbiamo voluto mettere una barriera tra il fiordilatte e il termine generico mozzarella che, all’estero, indica non solo le denominazioni tutelate Igp e Dop, ma qualsiasi prodotto abbia un colore bianco. Si tratta di una prassi che danneggia il Made in Italy dei latticini, che sono diversi e hanno proprie caratteristiche. Diciamo un’operazione verità che meraviglia i nostri interlocutori e che fa chiarezza su cos’è fiordilatte, “cheese” e mozzarella».
LA PRATICA, INNANZITUTTO. Per raggiungere gli obiettivi, ogni tappa del
Fiordilatte Summit è un approfondimento «che risponde alle domande concrete dei pizzaioli», spiega
Amodio. Ma non è tutto: «Ci avvaliamo di schede di infografica che riassumono in maniera chiara le risposte ai quesiti più ricorrenti: qual è la differenza tra fiordilatte e mozzarella? Come si trasforma il latte in fiordilatte? Come conservare il fiordilatte? Come tagliare in maniera appropriata i latticini?». A queste domande risponde, «passando dalla teoria alla pratica», il pizzaiolo ambassador che in ogni tappa dialoga con i partecipanti al
Summit. «La verifica sul campo per noi è l’argomento centrale. Insieme all’assaggio per comprendere le differenze tra metodi, buone pratiche e cattive prassi. Ne cito una che farà sorridere: per portare a temperatura ambiente il fiordilatte all’estero pensano che si possa usare il microonde, un metodo inappropriato che non va bene per niente!».