Quella per i dieci anni di Riso Buono è stata una festa che Luigi, Carlo e Cristina Guidobuono Cavalchini hanno voluto per circondarsi di tanti amici, collaboratori e clienti. Tutti riuniti all’azienda di Casalbeltrame, tra Novara e Vercelli, per animare una giornata soleggiata, dall’atmosfera gioviale e celebrativa di un anniversario significativo: insomma, per guardare il passato e brindare alla propria crescita professionale. Oggi la tenuta La Mondina, "cuore" di Riso Buono, dove vengono coltivati a riso circa 200 ettari, significa particolare attenzione per il re dei risi, il Carnaroli, oltre che sull’Artemide, un riso nero basmati integrale; da qui partono per l'Italia e l'estero le confezioni di riso, nelle loro inconfondibili giare di vetro.
Il percorso di Riso Buono è stato ed è tuttora fondato su un’infinita ricerca, ancora in corso, per produrre il miglior riso possibile. Il presente è una sfida quotidiana con la quale l'uomo si confronta con la mutevolezza della natura, ogni giorno, nelle risaie, in uno sforzo costante atto a ottenere risultati tangibili dal proprio lavoro. Anche qui, il fattore umano è al centro di ogni elemento. Il futuro è un costante rinnovamento che fa rima con avanzamento perché, come dice Cristina, romana di nascita ma ambasciatrice di una regione come il Piemonte che le ha cambiato la vita, «ho sposato mio marito e, di conseguenza, questo territorio bellissimo che è il Piemonte. Vuol dire anche il mondo del riso, oltre allo straordinario paniere di ricchezze agroalimentari che offre questa regione. Sono felice che siano passati già dieci anni dal mio esordio qui con Riso Buono. In verità per me è un punto di arrivo ma anche un punto di partenza per tanti nuovi progetti».
(Cinzia Benzi)

Cristina Guidobuono Cavalchini in un momento della festa

Immagini di strumenti che hanno fatto la storia della risicoltura


LA STORIA - Oltre alle sue qualità organolettiche e nutrizionali, il riso prodotto a Casalbeltrame, nella tenuta La Mondina di proprietà della famiglia Luigi Guidobono Cavalchini, ha dalla sua parte la forza della tradizione, una tradizione che viene da lontano, iniziata sul finire del XVII sec. quando la nobile famiglia dei Gautieri, lasciata la contea di Nizza, venne a stabilirsi in queste terre novaresi, introducendo, nel tempo, importanti ristrutturazioni soprattutto nei metodi d’irrigazione e nelle forme di coltivazione. Una tradizione che è continuata, a seguito di successioni ereditarie, prima con i marchesi Cuttica di Cassine e, attualmente, con i baroni Guidobono Cavalchini. La tradizione trae la sua forza non soltanto dallo scorrere dei decenni: essa diventa vera forza motrice nella misura in cui si accompagna con i sacrifici di generazioni, con l’attaccamento al proprio territorio, con l’amore verso la natura e il suo assoluto rispetto, con l’impegno a raggiungere livelli sempre più elevati di qualità e con l’ambizione, quindi, di soddisfare sempre di più i gusti di una clientela che vogliamo esigente. Il riso che produciamo è di eccellente levatura: il suo maggior pregio e, quindi, il nostro orgoglio provengono dal giudizio di chi finora l’ha apprezzato.
(dal sito risobuono.it)


Gianni Di Lella e Marco Sacco

Da destra: Gianpiero Cravero, Gianni Di Lella, Arcangelo Dandini

Cristina Brizzolari Guidobuono Cavalchini al microfono. Proprio l'altro giorno è stata eletta nuova presidente di Coldiretti Piemonte. «Sono grata per la fiducia che mi è stata concessa – ha dichiarato – Porterò avanti un lavoro di squadra per poter rispondere alle varie sfide importanti che ci attendono, per promuovere, difendere e sostenere la nostra agricoltura. Per questo servirà mettere in campo tutte le azioni necessarie a garantire futuro e sostenibilità economica alle nostre imprese e alle nuove generazioni che scelgono, oggi sempre di più, il mondo agricolo»

Il risotto di Marco Sacco

Il maritozzo di Fabrizio Fiorani

La doppio cruch di Renato Bosco con la farina di riso Riso Buono

La pizza di Gianni Di Lella

Il suppli di Arcangelo Dandini

La torta per i dieci anni di Riso Buono