Arrivati ai quattro canti di Palermo, salendo verso il Cassaro su corso Vittorio Emanuele, alla destra la maestosa Cattedrale Arabo Normanna, a sinistra un timido ingresso all'interno del palazzo Castrone Santa Ninfa.
Citofonare MEC: Meet-Eat-Connect. Le 8 sale museali, pensate dove contemplare l’energia esplosiva della conquista digitale conservata nella straordinaria collezione di prodotti Apple della Fondazione Jobs, si trasformano dopo le 19 nella location d’eccezione per lasciarsi trasportare dalle esperienze di gusto dello chef Carmelo Trentacosti: il set di un ristorante unico nel suo genere che al momento custodisce la mostra fotografica di Jean Pigozz su Steve Jobs.
La collezione di
Giuseppe Forello è considerata una tra le più importanti e complete al mondo, ben oltre quattromila gli elementi acquistati a partire dagli anni ’80 ad oggi e, sulla scia dell’entusiamo della prima stella Michelin, l’idea di ampliare la carta e dar vita ad una piccola cattedrale del vino è già in cantiere: «Stiamo investendo tanto sul vino - racconta l’architetto e proprietario del ristorante e museo - l’idea è quella di crescere quadruplicando il numero di etichette già presenti offrendo un racconto trasversale e corale che il mondo del vino merita».


La carta dei vini in continuo aggiornamento ha posto l’accento sull’internazionalità enologica, inserendo verticali prestigiose ed affermate etichette: «Stiamo incontrando delle piccole difficoltà per acquistare alcune bottiglie importanti - continua Forello - stranamente è più difficile comprarle all’origine (agenti, distributori o dirette dalle cantine) piuttosto che all’asta o al dettaglio, generando confusione non solo sul prodotto ma anche sul prezzo».
Château d'Yquem, Vega Sicilia, verticale di Sassicaia, Masseto, Château Lafite Rothschild, Salon cuvée St, Gaja, Château Tour du Roc Milon Pauillac, sono solo alcuni degli nuovi inserimenti nella carta dei vini, raccontati con maestria dal bravo Alessandro Comella ben che si è integrato in sala con le creazioni dello chef Carmelo Trentacosti.
Discepolo di
Nino Graziano e guida del
MEC sin dall’apertura avvenuta nel 2020, delizia gli ospiti con una proposta fortemente ancorata alla città di Palermo: «La mia idea di cucina ha trovato in questo luogo così speciale una casa in continuo rinnovamento - racconta lo chef palermitano - c’è grande armonia ed il percorso che si sta facendo prima di ogni cosa ci fa divertire».

Senza Spine: Carciofo spinoso di Menfi alla brace, uovo di gallina siciliana in camicia, e chips di topinambur
Le proposte al calice, in abbinamento ai piatti, sono diverse per accompagnare gli ospiti nei due percorsi degustazioni (contaminazioni e frontiere vegetali) con etichette commerciali e di nicchia per un gioco di abbinamenti trasversali che esaltano la proposta gastronomica, tra tutti è un bel racconto quello di
Ciuri, un velato omaggio alla patrona di Palermo Santa Rosalia: rabarbaro in dolce cottura, mousse al lampone, gelato ai frutti rossi e meringa all’anice stellato in una bellissima composizione proposta in abbinamento alla straordinaria Malvasia delle Lipari di
Nino Caravaglio. Un finale sontuoso che suona solo come un arrivederci e mai un addio.