16-10-2022

Tripstillery, a Milano il primo cocktail bar con microdistelleria

Flavio Angiolillo, Nicola Corna e Luca Vezzali hanno aperto in piazza Alvar Aalto un locale innovativo. Con alambicchi in bella vista per crearsi distillati personalizzati

Un cocktail bar con dentro un alambicco. Un locale senza bottigliera dove si preparano ottimi drink. Un luogo del bere di qualità nella zona di Porta Nuova. Tripstillery è il mixology bar che mancava a Milano: innovativo, pionieristico, esperienziale.

Nato dall’idea di Flavio Angiolillo e del suo Gruppo Mag, dalle abilità di Nicola Corna, costruttore di alambicchi e mastro distillatore e dall’empatia di Luca Vezzali, bartender d’eccezione, molto conosciuto a Milano e in tutta Italia, Tripstillery è aperto, da qualche settimana, nelle suggestiva e postmoderna location di piazza Alvar Aalto, sotto il monolite nero e cristallo delle Torre Solaria.

Un piccolo angolo della Milano verticale che sta prendendo progressivamente forma grazie a diverse nuove aperture (recente quella di Al Mercato di Eugenio Roncoroni) e a una collocazione protetta, intima e affascinante. 

Tripstillery, bar con microdistilleria, è luminoso e accogliente. E’ arredato in stile nordico con tanto legno e ampie vetrate, per richiamare le architetture dei grattacieli circostanti. I banconi sono due. Il primo, all’ingresso, accoglie i clienti più frettolosi e chi vuole bere un caffè, preparato con un’avveniristica macchina completamente nascosta alla vista, o una birra prodotta dagli artigiani bresciani di Curtense. Il secondo, nella sala vicina alla zona di distillazione, viene maggiormente utilizzato la sera per la preparazione dei signature cocktail. All’esterno, seduti ai comodi tavolini, si può stare con il naso all’insù ad ammirare lo skyline di Porta Nuova.

Il pezzo forte però è la sala a vista dell’alambicco regno di Francesco Zini, mastro distillatore e dispensatore di consigli per i neofiti di questa arte. Già perché da Tripstillery è possibile creare distillati personalizzati in piccoli lotti, con un produzione minima di 45 bottiglie da 500 ml, per dare vita al proprio gin completamente tailor-made.

Si parte da una base di alcool da cereali, si scelgono le botaniche – ovviamente il ginepro, selezionato dalla Macedonia e dalla Toscana - e poi erbe e spezie provenienti dalle terre di oltre 16 ettari sul Lago d’Iseo, proprietà di Tripstillery. Poi si avviano le prime prove e si finisce con il prodotto consegnato, etichettato e imbottigliato, nel giro di poche settimane.

Zini produce anche per uso interno: TripGin è il suo primo figliolo, un gin secco e immediato, realizzato con sei botaniche fra cui la scorza di arancia amara, a cui presto si unirà il secondo genito, più profumato e delicato. E poi i due amari Sfera e Piramide che entrano nelle preparazioni di Luca Vezzali e del suo staff al bancone, dove agiscono anche Alessandro De Falco e Sabina Yausheva, ex Dry, bar manager con licenza di shakerare.

Il concetto di ospitalità è a tutto tondo. Il locale è aperto dalle 8 del mattino a notte fonda e dispensa colazioni, business lunch – con i piatti in vasocottura di FoodLab 3.0 rigenerati al vapore e pronti in pochi minuti – e, chiaramente, aperitivi e after dinner.

L’ambiente invoglia al relax e al sorriso. Simpatiche le frasi sugli schienali delle sedie e sui  sotto bicchieri, bellissima la parete con con le foto in bianco e nero della nuova Milano. Qui si viene per gustare i cocktail di una carta essenziale però ricca di spunti, genio e tecnica.

Vezzali, partito dal Rita di Edoardo Nono, a 16 anni e passato in molti dei migliori locali milanesi - fra cui Carlo e Camilla in Segheria - è puledro di razza, scattante, preciso, talentuoso. Le sue creazioni si basano esclusivamente su tre ingredienti: base alcolica, elemento aromatico e caratterizzante, e un legante. Cocktail essenziali, tanto da essere indicati in carta solo con un numero ben eseguiti e molto, molto, interessanti alla degustazione. Fra i più apprezzati il #3 con Bullet rye, Shiitake e Coffee kombucha, intrigante abbinamento fra whisky e caffè con un tocco orientale e il #5 a base di Green Shiso, white chocolate e Yaguara Cachaca incontro fra oriente (shiso) e sud America (cachaça) un suggestivo viaggio attorno al mondo condensato in un bicchiere.

Non mancano i grandi classici della mixology, preparati con materie prime di assoluta qualità che, però, non si vedono. Già, perché un’altra della particolarità di Tripstillery è quella di essere un locale senza bottiglie a vista. La scelta è dettata da precise scelte di marketing e di relazione con aziende che, di volta in volta, decidono di essere partner del locale e di presentare nuove produzioni o riserve esclusive utilizzate in via esclusiva dalla squadra dei bartender. A completare la carta la selezione di “Drink Draft – alla spina”, batch cocktail pre-miscelati pronti per il servizio veloce. Si va dal Fusettone allo Spritz, dal Gin Gin Mule all’Americano Hibiscus.

Tripstillery è da provare, da conoscere e da inserire nella propria dream list dei locali da frequentare con assiduità per quel bel connubio di artigianalità e innovazione, di modernità e tradizione, di qualità e fascino.

Tripstillery
piazza Alvar Aalto
Milano
+390262061443
Aperto 7 giorni su sette dalle 8/9 del mattino all'1/2 di notte


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Maurizio Trezzi

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Maurizio Trezzi

Giornalista professionista, classe 1966 con una laurea in Fisica e, oggi, docente in IULM e comunicatore. Cultore del bello e del buono, attento osservatore della società e dei suoi cambiamenti, appassionato e commentatore televisivo di golf. Amo e racconto il cibo, quello schietto, vero e senza fronzoli. Scrivo di luoghi, persone, vino, rum e distillati e, quando capita, di politica

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