Quando apre un nuovo forno di quartiere, è sempre una buona notizia, soprattutto in una città come Milano, in cui è bello ritrovare abitudini di prossimità e piccoli angoli di qualità anche fuori dalle zone centrali. Se poi questo forno di quartiere, dopo nemmeno due mesi di attività, in un normale mezzogiorno di fine agosto, ha la fila fuori di persone desiderose di comprare il pane, che si dicono l'un l'altra nell'attesa «è proprio buono, vero?», «sì, ma hai provato anche la pizza?»...allora vuol dire che quella nuova insegna è partita con il piede giusto.

Il 24 agosto, poco prima di mezzogiorno, c'è già la fila fuori
Siamo in via Genova Thaon di Revel al 12, in piena zona Isola, non molto distante dalle strade più frequentate, soprattutto la sera, di quella zona della città. E il forno di quartiere si chiama
Ciopa, con un nome (in dialetto veneto: "pagnotta") che rivendica da subito le radici venete da cui ha visto la luce. Infatti lo ha aperto a inizio luglio
Sandra Tasca, da Marostica (Vicenza), ma ormai milanese di adozione da diverso tempo. Noi ce la ricordiamo, ormai una decina di anni fa, brava responsabile di sala al
Noodle Bar di
Eugenio Roncoroni e
Beniamino Nespor, più semplice è invece associarla al locale che ha aperto a inizio 2019,
Tàscaro, prendendo direttamente spunto dai classici bàcari veneziani, con cichèti, spritz, bacalà e altre specialità "in dialetto", così come sono scritte in carta.

Sandra Tasca e Stefano Folco
Dopo un anno in Porta Venezia, e dopo la pausa imposta dal Covid,
Sandra Tasca ha traslocato con successo il suo
Tàscaro nella stessa via dove ora ha inaugurato
Ciopa, in un quartiere dove lei stessa abita da diversi anni. «Nel progetto di
Tàscaro - ci racconta oggi
Sandra - il pane è sempre stato importante, perché quelli che noi chiamiamo tàscari sono una interpretazione dei tramezzini, inizialmente l'idea era che la proposta di street food del locale fosse incentrata su quello. Poi le cose sono cambiate in corsa, ma tutto parte dal pane. Nei primi tempi avevo collaborato con
Aurora Zancanaro delle
Polveri, poi con
Crosta, ma quando ci siamo trasferiti in Isola abbiamo iniziato a produrci il pane da soli. Però ci serviva un'evoluzione per migliorare il prodotto: quando ho avuto l'occasione di prendere un nuovo spazio in via Genova Thaon di Revel, dove prima c'era un'enoteca, ho capito che era arrivato il momento di investire in questa direzione».
Poco dopo arriva l'incontro con quello che oggi è il panificatore di
Ciopa,
Stefano Folco, classe 1987 di Vicenza, con alle spalle esperienze con
Renato Bosco di
Saporè: «Ci siamo trovati in sintonia immediatamente - sorride
Tasca - forse anche grazie alle origini in comune! Avevamo idee combacianti, ho capito subito che avremmo lavorato bene insieme». E così il progetto parte: da un lato con l'obiettivo di rifornire
Tàscaro di tutto il pane necessario per il servizio, dall'altro con la voglia di far nascere una piccola panetteria che diventasse, come sembra star già succedendo, un punto di riferimento nel quartiere. «Ero legata all'idea - spiega ancora
Sandra - di un forno in cui proporre pani di formati più piccoli, che si vedono ancora nelle panetterie di paese, ma meno in città. Anche perché con il lievito madre certe farine si esprimono meglio sui formati grandi, ma
Stefano ha capito perfettamente quello che avevo in mente: un pane buono di lievito madre, croccante, che avesse una buona durata: da qui è nata l'identità di
Ciopa».
La parola passa a
Folco, che mostrandoci il bancone del forno che dirige, ci spiega l'offerta di questi giorni (destinata certamente ad ampliarsi e a evolvere ancora nel corso dei prossimi mesi): «Partiamo dalla vera e propria
Ciopa, una pagnotta di lievito madre con farina di grano tenero, un monocultivar di un grano degli anni '50, che si stava perdendo. Mi permette di creare un pane dall'interno molto morbido e filante, con una crosta sottile ma croccante. Poi lavoriamo su una pezzatura più piccola, la
Ciopèta, che invece è fatta con farina di grano duro. L'ultima arrivata è questa pagnottina integrale, fatta con un altro grano monocultivar, poi ancora con un miscuglio evolutivo realizziamo il
Mazì. Poi ancora il pane di farro integrale, i cinque cereali, il segale - farro - sesamo: ne facciamo uno speciale diverso ogni giorno. Continuiamo con il pane da
cichèti, che ha il medesimo impasto della ciopa, ma la forma assomiglia a quella della classica baguette, per fare il pane da
tàscari invece usiamo un impasto per pizza».
E' infatti molto buona anche la pizza alla pala di
Stefano Folco, che per ora viene proposta bianca, con scamorza e con un classico topping da
Margherita: leggera, profumata, semplice ed efficace. Non ci sono solo lievitazioni naturali, ma anche un paio di proposte a lievitazione mista, tra cui a chi scrive ha convinto particolarmente la morbidezza del
Pan Piuma. Ma tornando ai pani da lievito madre, contando sul fatto che una pagnotta sfornata 24h prima sia ancora di ottima qualità, da
Ciopa alla mattina chi vuole può trovare il pane del giorno prima offerto con il 50% di sconto, riducendo così anche gli sprechi.
E chi ama i dolci? Ciopa propone delle
Veneziane, sia vuote che con
albicocche e cioccolato e ancora
pesche e mandorle. Poi ancora un'invitante
Sbrisolona, una piccola linea di fragranti biscotti (noi abbiamo assaggiato quelli con le gocce di cioccolato e ve li consigliamo) e le granole da colazione. Un forno di quartiere sì, ma per tutti i gusti.
Ciopa
Via Genova Thaon di Revel, 12
Milano
+39.02.84934142
Aperto tutti i giorni dalle 8 alle 19.30, chiuso la domenica