Aria di novità in Galleria Vittorio Emanuele II, uno dei luoghi più iconici di Milano. Dove c’era il Townhouse Galleria, ex hotel 7 stelle extralusso, ha da poco aperto la Galleria Vik, struttura completamente ristrutturata e ripensata da Alexander e Carrie Vik, imprenditori nell’hotellerie di lusso e collezionisti tra New York e Montecarlo. Questa volta le stelle sono 5, con 89 stanze su cinque piani, uniche e decorate in modo completamente diverso l'una dall'altra da artisti contemporanei. Si va da Mario Schifano a Fernando De Filippi, dal cinese Liu Bolin al fotografo polacco Szymon, fino a esponenti del nuovo astrattismo, come Carla Mura e Marco Casentini.

Gamberi di Mazara con guacamole e crema di crostacei
La parte food, posizionata al primo piano con vista sul colorato passaggio della Galleria, non è da meno. Alla guida delle cucine del V Bart & Restaurant - questo il nome scelto per il locale - c’è Nestor Rodrigo Hernandez, classe 1981, nato a Tunja, sulla cordigliera orientale delle Ande, che ha deciso di lasciare la Colombia per fare dell’Italia la sua casa. Esperienze in Sicilia, al Metamorfosi a fianco di Roy Caceres e poi un anno come sous chef a fianco di Ivan Poletti all’Emporio Armani Caffè e Ristorante in Galleria Cavour a Bologna, ristorante di cui diventerà chef per un anno, prima di arrivare a Milano per questa nuova avventura.

Nestor Rodrigo Hernandez, chef di V Bart & Restaurant in Galleria Vittorio Emanuele a Milano
La sua cucina ha una forte impronte mediterranea, ma non mancano influenze dalla sua terra natale. La Colombia si assapora, ad esempio, nell’ottimo trancio di Black code, delicato e sontuoso allo stesso tempo, marinato e cotto a bassa temperatura per 40 minuti in olio aromatizzato al timo, posizionato su una base cremosa e densa a base di patate, platano e mais, che ricorda l’ajiaco, zuppa tradizionale preparata con pollo e mais.

Tataki di tonno, salsa teriyaki, maionese al wasabi, verdure di stagione e salsa mediterranea
Il ricordo degli anni trascorsi in Sicilia è condensato nei Gamberi di Mazara, accompagnati, per bilanciarne la dolcezza a guacamole condito con limone o con la salsa chimichurri, a base di concassè di pomodoro, peperoncino, coriandolo, cipolla e basilico per riportare il gusto al Mediterraneo.
Per chi cerca divertimento senza stress ci sono anche piatti più “piacioni”, sempre ben eseguiti, come i Tagliolini al limone, profumati con fumetto di pesce, e da arricchire – solo se si vuole con tartare di gambero rosso e tonno al sedano per aggiungere consistenza e freschezza. Le tradizioni italiane d’autunno si riscoprono nel piatto No, il brodo no! cioè Passatelli fatti in casa, asciutti e senza brodo, accompagnati da ragù bianco di vitello e da una generosa grattata di tartufo nero.

Tagliolini al limone con tartade di gamberi rossi marinati al lime e tonno al sedano
Tante golosità anche tra i secondi, con il Maialino da latte, molto morbido, con spinaci croccanti e pomodori confit, il Petto di faraona - cotto a bassa temperatura, in padella e finito al forno per tre diverse consistenze - con funghi e spuma di patate, per finire con il Tonno laccato con salsa teriyaki e abbinato al carattere della maionese al wasabi e alla delicatezza delle verdure di stagione.
Con i dolci si può tornare in Sud America grazie al Cremoso di mele e dulce de leche, cupola rivestita da mele tagliate sottilissime che nascondono un cuore morbido e dal finale di caramello.

Cremoso di mela e dulce de leche
Nota speciale per i cocktail, che si possono abbinare ai piatti, creati da Eros Altavela, classe 1989, giovane barmanager di Marostica con esperienze di 6 anni a Londra a Londra con Gordon Ramsey e al Novikov, iconico ristorante di Myfair, passando per l’hotel Mont Blanc di Courmayeur e al Grand Hotel Tramezzo sul lago di Como.

Il bartender Eros Altavela con il cocktail Sex in the cinema, a base di succo di ananas, latte di anacardo, rum, boubon, sciroppo di pop corn e pop corn
La sua lista si chiama This is not, perché ripensa i grandi classici in modo originale. Ad esempio il Manhattan anziché whisky e vermouth è fatto con vodka Belvedere Heritage 176, doppiamente maltata a ricordare il whishy, Porto bianco e Peychaud's, bitter famoso a New Orleans e non solo.

La vista sulla Galleria più famosa di Milano dall'hotel Vik Gallery
A capo del team Oscar Cavallera, Senior Food&Beverage manager, creatore di format di ristorazione per hotel e non solo, che da più di trent’anni lavora nel mondo per strutture di lusso come il Banyan Tree Bangkok e l’Hotel de la Ville di Roma. La sala è gestita da Ferdinando Garcia Velasco, origini peruviane, accoglienza sorridente e regala una visione completa su vecchie e nuove generazioni di vignaioli, con molte etichette di champagne e bollicine italiane.

Oscar Cavallera, Senior Food&Beverage manager, che ha curato il format di V Bart & Restaurant e il direttore Ferdinando Garcia Velasco
«Il nostro messaggio è chiaro: si può fare alta cucina partendo da ottimi ingredienti proposti in piatti godibili e facilmente comprensibili, che non creino stress nell’ospite – spiega Oscar Cavallera -. Vogliamo far divertire milanesi e turisti, senza mai cedere sulla qualità. E, con una vista così, il nostro compito sarà più facile».