Volti, storie, cibo, vite, Ballarò. Il mercato ebbro di umanità è a due passi, i vicoli esposti al sole profumano di melanzane fritte, il calore multietnico riempie lo sguardo e il cuore. Riapre Moltivolti, e questa volta, insieme all’associazione, che da 7 anni si occupa di integrazione e minoranze, oltre al ristorante e al coworking space, casa accogliente di 10 realtà non proft (Libera è una di queste), si pensa anche a un nuovo bar, Altrove. Una realtà senza frontiere, una cucina dallo stile inclusivo, nei sapori, nei pensieri. «Sostituiamo il termine etnico con internazionale, e il gioco è fatto», spiega lo chef Antonio Campo. L’empatia si annusa, in questo microcosmo cucina-sala in cui si incontrano identità da Italia, Marocco, Zambia, Afganistan. Alcuni sono ragazzi autoctoni, altri rifugiati o richiedenti asilo, ogni storia arricchisce la visione, il menu apre le ali verso il mondo.

Altrove Bar, via Discesa dei Giudici 41, Palermo

Antonio Campo e Andrea Infurna
«Dopo l’esperienza con
Cristina Bowerman sono tornato a Palermo», racconta Antonio, «ho cominciato a sperimentare con le verdure siciliane… ho immaginato uno spazio del gusto che accogliesse profumi lontani e formati vicini». L’alterità è solo un punto di vista, nel menu insieme al cous cous con frittura di pesce locale e pesto trapanese e nero, la
doppiaza afghana e il
mafè senegalese, i
dolma di foglie di tenerumi, si inserisce una linea golosa di “Pezzi di mondo”, tratto peculiare della proposta del nuovo bar caffetteria. La rosticceria palermitana (
arancine and friends) colpisce nel profondo, si mangia a ogni ora, non ha età, non subisce il tempo che scorre. Il fascino del morso fugace sotto al sole, magari raffreddato da una birra non passa mai di moda: è questo il segreto dei fritti e panificati ripieni, il loro formato adatto a essere afferrato e mangiato con le mani, i sapori intensi, e le testure corpose che fanno decollare le papille. Si pensa a Palermo ma si mangia tutto il mondo, è come una “sineddoche gustativa”, in cui i pezzi di Moltivolti sono fragranti bontà che si possono assaporare in giro per il globo.

Specialità da tutto il mondo
Si inizia con una
spanakopita di sfoglia con verdura a foglia verde e primo sale locale, un morso di Grecia, un assaggio di cultura mediterranea. Il formaggio siciliano sostituisce la
feta e le verdure cambiano, a seconda del momento. Il
khachapuri racchiude, in un impasto di pane stirato e cotto in forno, fiocchi di latte, formaggio e un uovo. Un’idea di pizza ripiena, che lascia intravedere il contenuto, in cui l’uovo è una necessaria nota di colore e sapore. Il
samosa spicca per la croccantezza, un triangolino di pasta
brik, ripieno di funghi, semi di senape nera e nigella per una carezza speziata. Uno spazza fame, l’aperitivo che vorremmo nei prossimi mesi di agognata libertà. Il biscotto al cumino è sapido al punto giusto, accompagnato da una crema di yogurt, aromatiche fresche e
tahina. Quasi una frolla bretone, alla vista e al palato, con la spezia in sottofondo. La brioche con banana e cardamomo è un tour nella Sicilia del futuro, quando l’integrazione sarà la parola d’ordine, la bellezza avrà molti volti, e l’altrove sarà un qui e ora da non perdere.