È Alessandro Bergamo, sous-chef del ristorante Cracco in Galleria di Milano, il vincitore della finale regionale “Italy and South Eastern Europe” del concorso S.Pellegrino Young Chef tenutasi ieri a Milano, nella sede della Scuola della Cucina Italiana di via San Nicolao. Sarà lui a sfidare gli altri 11 vincitori delle finali regionali, che si conosceranno in toto a dicembre e che daranno battaglia nell’epilogo più importante, la finalissima mondiale che avrà luogo nel maggio 2020.
La proclamazione è avvenuta al termine della cena di gala, allo spazio Le Cavallerizze del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Bergamo ha vinto con un piatto chiamato Meglio un uovo oggi o una gallina domani? "Una pietanza", ha spiegato egli stesso, emozionatissimo, al momento della presentazione, al fianco di Riccardo Camanini, suo mentore, e di Luca Sacchi, altra colonna di Cracco "che cerca di valorizzare con la tecnica due alimenti popolari - e non nobili, volutamente -: il pollo e le patate".
E' andato invece a Lol eel pop - beach honey e lake's potatoes di Tommaso Tonioni, ex sous chef de Il Pagliaccio, Roma, il premio Acqua Panna Award for Connection in Gastronomy, ideato per valorizzare il piatto che più di ogni altro ha saputo interpretare la relazione e l’incontro fra culture. Davide Marzullo, sous chef del Market Place di Como si è aggiudicato il Social responsibility award con la sua Aubergine in black tie, mentre il Food for thoughts award è andato ad Antonio Romano, sous chef di Attimi by Heinz Beck City Life, Milano, autore di un piatto chiamato curiosamente Roma Locuta.

La giuria della finale regionale di ieri: Antonia Klugmann, Pino Cuttaia, Janez Bratovz, Oana Coanta, Marianna Vitale, Ana Grgic e Matias Perdomo ©pitsfoto.com

Alessandro Bergamo e il suo mentore Riccardo Camanini

Meglio un uovo oggi o una gallina domani? Il piatto vincitore di Bergamo
I finalisti che si sono contesi l’ambìto ingresso nella finalissima sono stati 10 giovani cuochi da 4 paesi diversi: Italia, Romania, Slovenia, Croazia. In ordine alfabetico: con i vincitori
Alessandro Bergamo,
Davide Marzullo,
Antonio Romano e
Tommaso Tonioni c'erano
Roxana Blenche (sous chef di
Chef Cezar Munteanu Consulting a Bucarest, Romania),
Maria Chiara Brannetti (chef de partie di
La Maison du Gourmet, Parma),
Diana Theodora Draghici (chef di
Meatic by Adi Hadean a Bucarest, Romania),
Luca Natalini (chef di
Autem by Luca Natalini a Langhirano, Parma),
Jakob Pintar, chef di
Tabar Restaurant a Lubiana, Slovenia) e
Deni Srdoč (chef del
Draga di Lovrana, Croazia).
Sono stati giudicati da personalità e palati importanti come Pino Cuttaia (La Madia di Licata), Matias Perdomo (Contraste di Milano), Antonia Klugmann (Argine a Vencò di Dolegna del Collio, Grizia), Marianna Vitale (Sud di Quarto, Napoli), la croata Ana Grgić (Zinfandel di Zagabria), la rumena Oana Coantă (Bistro de l’Arte, Brasov) e lo sloveno Janez Bratovž (JB Restavracija di Lubiana).
Non meno illustri i mentori dei 10 ragazzi in gara: Riccardo Camanini, (Lido 84, Gardone Riviera, Brescia) pigmalione dello stesso Alessandro Bergamo; Gabriele Bonci (Pizzarium e tanto altro a Roma) per Tommaso Tonioni; Davide Maci (Market Place, Como) per Davide Marzullo; Francesco Nunziata, (Attimi by Heinz Beck City Life, Milano) per Antonio Romano; Alessandro Rapisarda (Casa Rapisarda a Numana, Ancona) per Luca Natalini; Vincenzo Dinatale (La Maison du Gourmet, Parma) per Maria Chiara Brannetti; Adrian Hadean, chef rumeno, per Diana Theodora Draghici; Luka Košir (Gostišče Grič di Horjul) per Jakob Pintar; Cezar Munteanu, chef rumeno, per Roxana Blenche e Tvrtko Šakota (Nav, Zagabria) per Deni Srdoč.

Alessandro Rapisarda e Luca Natalini, "veterani" del S.Pellegrino Young Chef

Roxana Blenche e Cezar Munteanu

Foto di gruppo tra finalisti e mentori
Elevati i contenuti dei piatti presentati all’ora di pranzo tra tecnica, prodotto, personalità e un insolito tasso ludico/ironico. I giudici e i presenti in sala hanno assaggiato
Struzzo alpino (un'alchimia particolare di
Pintar),
Lollipop di anguilla al miele (un tributo all’antica gastronomia di Roma di
Tonioni),
Finte melanzane in cravatta (l’insolita scarpetta transnazionale di
Marzullo),
Conigli, ostriche e carciofi (la quadratura ardita di
Maria Chiara Brannetti),
Paste in Bianco (un classico riscritto da
Natalini secondo criteri di
no waste),
Nascite di una memoria (che affondava le radici nei sapori dell’epoca comunista di
Diana Theodora Draghici),
Passeggiate autunnali (un percorso nella natura che conduce a un’anatra confit di
Roxana Blenche),
Agnelli ereditati dalle tradizioni familiari (un classico mare-terra di
Srdoč),
Roma Locuta (un gioco tra piccione e frutta, tenuto insieme dal garum di
Romano) e
Uova oggi o galline domani di
Bergamo, appunto, vincitore assoluto.
Una buona notizia era emersa dalla giornata: la percentuale di donne che si sono candidate a quest’edizione del
S.Pellegrino Young Chef è aumentata del 10% rispetto all’edizione precedente. Per la chiusura, scegliamo invece una frase di
Matias Perdomo, intervenuto dalla giuria a spezzare la tensione, palpabile tra i dieci ragazzi giudicati: «La cucina è felicità, non dimentichiamolo mai». Lo terranno come memo i ragazzi del gran finale di giugno.