“Si aprono i suoi emisferi mostrando una bandiera verde, bianca, scarlatta, che si scioglie in cascata, in zucchero, in delizia!”. Probabilmente mai nessuno come Pablo Neruda nell’Ode all’Anguria ha saputo descrivere con precisione sostanza e spirito de “la balena verde dell’estate”. Cocomero, melone o appunto anguria, da Nord a Sud Italia, il Citrullus Lanatus è uno degli alimenti più tonici, freschi e rigeneranti, ogni volta che le temperature della stagione rovente fustigano corpo e pensieri e il “non si respira” ricorre ovunque non sia spiaggia o locale climatizzato.
A Bagheria, in provincia di Palermo, celebre per aver dato natali e ispirazioni al pittore Renato Guttuso e al regista premio Oscar Giuseppe Tornatore, per godere di una rifocillante mezzaluna di cocomero non c’è posto migliore del chioschetto di Franco Mineo, vera e propria istituzione popolare della “città delle ville”, meglio noto come “u re ‘ri muluna”, il re dei meloni. Mineo rappresenta la terza generazione di venditori di angurie, ha ereditato l’attività nel 1971 da suo padre a cui era stata lasciata dal nonno; unico titolare, sceglie personalmente i frutti nelle campagne siciliane di Mazara del Vallo, Menfi, Poggioreale, San Giuseppe Jato.

Gelo di anguria con infuso di gelsomino, gelato di birra e spuma di limone
Una così bella consuetudine non poteva sfuggire al concittadino
Tony Lo Coco, chef e titolare con la moglie
Laura Codogno del ristorante
I Pupi a Bagheria, stella Michelin dal 2015: «Una sera, dopo il servizio, con i ragazzi della mia brigata siamo andati a rilassarci da
Franco – racconta lo chef – come molti bagheresi fanno da decenni, abbiamo ordinato una fetta di anguria e una birra ghiacciata: da queste parti è un modo di esprimere convivialità e piacere di stare insieme. La dolcezza del cocomero e il retrogusto amaro della birra hanno fatto nascere l'idea per il mio nuovo dessert».
Si tratta di un Gelo di anguria con infuso di gelsomino, gelato di birra e spuma di limone. Il gelo di anguria, tanto diffuso nel capoluogo siciliano, dove viene chiamato “gelo di mellone”, è un dolce al cucchiaio fresco, molto consumato durante l’estate, ed è il dolce tradizionale del sentitissimo Festino di Santa Rosalia, patrona della città, e delle tavolate di Ferragosto.
Come con il piatto che ha reso famoso
Lo Coco, la
Stigghiola di tonno, declinazione a base pesce di un caposaldo dello street food palermitano fatto di budella d’agnello, anche in questo dessert lo chef classe 1974 dimostra tutta la sua abilità nell’elevare ad alta cucina le tradizioni gastronomiche del territorio, realizzando un piatto esplicito e complesso, profondo e intenso, che fa del contrasto tra il dolce della polpa di cocomero e l’amaro dominante nel gelato di birra il suo asse portante e dell’acidità agrumata del limone e dell’aromaticità del gelsomino gli ideali perfezionamenti. È una versione raffinata, intima e sincera di un’idea pop: lo chef traspone in un piatto le piccole gioie quotidiane, smuove l’anima dell’ospite che viene coinvolto e risucchiato dalla forza evocativa ed emotiva delle sue creazioni.
E “l'universo secco, all'improvviso cancellato da questo firmamento di freschezza, lascia cadere la frutta traboccante”. Ode all’anguria, a Bagheria e a I Pupi.