A pochi passi da Piazza Cinque Giornate, tra le botteghe di un passato ancora presente e le lunghe pellicce delle sciure milanesi, da inizio ottobre si inciampa nello spazio urbano di Mater bistrot: uno spazio in cui è il ferro a farla da padrone, in cui i tavoli restano ancorati al pavimento sotto il peso del marmo, e dove la sola parete non funzionale di questo spazio cubico viene deliberatamente lasciata nuda, come se anche la vernice fosse un peso non tollerabile.
In questa nudità essenziale, si inserisce la loquacità del menu, inserito come ‘segnalibro’ tra le pagine delle poesie di Rilke o Garcia Lorca: un menu che divide il mondo in portate da mangiare con le mani e portate che si avvalgono ancora di rebbi e lame, ma soprattutto che non fa particolari sconti al palato dei commensali con contrasti forti, che si esaltano in note acide, affumicate e salate e che si declinano in mezcal, umeboshi e foglie di cappero.

Polpetta di mare e 'nduja
Non risulta strano infatti che il piatto preferito dello chef
Alex Leone, una carriera cominciata nel 2007 e continuata nella cucina del
Rebelot prima dell’approdo al
Mater, sia il Risotto con barbabietola e gorgonzola di bartoliniana memoria. “Uno schiaffo e una carezza” – come l’ha definito il suo autore – un piatto che usa la croccantezza del carnaroli di un piccolo produttore,
Matteo Boni, e stravolge i canoni cromatici a cui siamo abituati, lasciando il compito della mantecatura alla dolcezza del gorgonzola, i ghirigori all’acidità della barbabietola fermentata e la piccantezza al wasabi.
Se la cucina è affidata ad Alex e al suo braccio destro Roberto Sciolino, la sala rappresenta l’altra metà della visione dei creatori di Mater, Giuseppe Pillone e Salvatore Giannone, creativi pubblicitari di professione e ristoratori per vocazione, affidandosi ad una vasta selezione di vini naturali in cui vini orange e rosé hanno diritto di rappresentanza al pari di bianchi e rossi (anche se il Primitivo ‘salino’ Amphora di Guttarolo tirato fuori dal sommelier Riccardo Meconi gioca in una categoria a parte).
E così, tra “difetti di prestigio” – torbidità, acidità ed ossidazioni varie – i vini accompagnano il pasto fino ad un finale fatto di “dessert da cuoco”, in cui il cuore e le pulsioni di prevalgono sulla chimica ed i perfetti dosaggi: nasce così un dessert come
Sognando l’America, che mescola agrumi, peanut butter e capperi.
Insomma, Milano non è solo Isola quando si parla di nuove aperture... e raramente delude!
Mater bistrot
via Sottocorno, 1
Milano
+39.02.91321602
Prezzo: 40 euro vini esclusi (leggi il menu)
Chiuso lunedì a pranzo e l'intera domenica