Nel pieno centro di Siena, fra tante osterie e localini cuciti a misura di turista, Adriano Antonelli e Ilaria Iannone hanno scommesso con coraggio su un progetto fuori dalle righe. Il Campaccio è nato così e dal 2015 è un’insegna che si stacca di molte lunghezze dalla massa gastronomica senese.
Nascosto in un vicolo della Nobile Contrada dell’Oca, pare che i locali del ristorante facessero parte del complesso monastico di Santa Caterina. Scesi i gradini che portano alla piccola corte – qui stagione permettendo trovano spazio un paio di tavoli – si accede alla sala del ristorante che accoglie una ventina di coperti. Atmosfera informale, cucina a vista, un’antica fonte che si intravede dal pavimento, accesso diretto alla cantina con soffitti a volta.
Una cucina semplice ma originale, che parte dal territorio – qui prolifico di spunti e ingredienti – che Adriano sa rileggere in chiave personale e moderna.
Farsi le ossa per anni in cucine tradizionali sparse fra Firenze e Siena gli ha permesso di acquisire quella solidità indispensabile su cui ora può permettersi divagazioni interessanti.
Adriano si può definire un autodidatta che ha avuto l’ispirazione durante gli studi superiori d’arte. E se la cucina al pari dell’arte non può fare a meno dalla vocazione, qui se ne trova la conferma. La sua è passione autentica che va oltre sacrifici e rinunce. Altrimenti chi glielo farebbe fare, a 30 anni, di gestire da solo la cucina de
Il Campaccio – dalla spesa quotidiana alla messa a punto dei menu, dalla preparazione delle portate e tutto il resto? Insomma, è comandante e manovalanza in una squadra davvero… contenuta.
Fortunatamente Ilaria, la sua compagna, gli viene in valido aiuto, sia nella conduzione della sala sia della cantina, curata con estrema competenza e ricerca (a giugno l’esame del terzo livello per sommelier Fisar) – del resto l’accoglienza è già nel suo dna e infatti la sorella gestisce l’attiguo Albergo Bernini, struttura familiare con poche camere e terrazza panoramica sui tetti.

Ravioli, trippa, dashi di astice, uova di salmone selvaggio
In carta solo menu degustazione (dai 25 euro a pranzo con tre portate fino ai 50-65-70 euro a cena) che cambiano ogni paio di mesi ma che tracciano sempre un percorso speciale, fatto di incontri fra ingredienti nostrali e lontani – “Piselli, mango e fiori”, “Baccalà, asparagi e yuzu” – o associazioni insolite che però sanno divertire e fare centro al palato – “Manzo, senape, aglio selvatico e nero di seppia”, “Quaglia, bergamotto, cavolfiore, cioccolato bianco”, “Cervo, lampone, barbabietola, pompelmo”. Buone idee e gusto convincente, piedi per terra senza eccessi e impiattamenti curati.
I prodotti vengono forniti da aziende spesso piccole e selezionate con cura. Preferibilmente di zona ma all’occorrenza anche più distanti per lavorare solo materie di qualità. La partenza è avvenuta con il piede giusto e a distanza di quasi tre anni dall’apertura si può dire che anche la strada intrapresa è quella azzeccata. Niente di meglio per svegliare finalmente il palato da troppi pici all’aglione, affettati toscani e fiaschi di vino che abbondano nelle osterie della città del Palio.

Cioccolato fondente, ginepro, pompelmo e menta

Mela, olio, cremoso all'Orelys, nocciola
Il Campaccio
vicolo Campaccio, 2,
Siena
+39.0577.284678
Prezzi medi: a pranzo, 3 portate a 25 euro. A cena, menu degustaizone da 50, 65 e 70 euro.
Chiuso l’intero mercoledi