Essere incastonato tra mare, Etna e Teatro Antico comporta il suo bel carico di responsabilità nei confronti della bellezza: il Belmond Grand Hotel Timeo di Taormina è da sempre considerato uno degli alberghi più suggestivi d’Italia. Paradiso di relax che nel tempo ha ospitato vip e celebrità, è stato il primo hotel ad essere edificato a Taormina e, senza possibilità di smentita, rappresenta un importante parte del patrimonio turistico e culturale della bella Sicilia.
Oltre però al fascino della struttura e della sua posizione nel mondo, l’ospitalità del
Timeo si perfeziona di una componente food & beverage d’eccellenza, oggi più che mai di consacrato spessore internazionale, che vede protagonisti l’executive chef
Roberto Toro e il bar manager
Alfio Liotta.
Per i due, terminata la stagione del Timeo, il mese di novembre è stato periodo di tour: lo chef ha infatti cucinato a Washington per la seconda edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, svoltasi negli Stati Uniti dal 13 al 19, e Liotta ha animato dal 23 al 26, in qualità di guest bartender, i banconi del bar dell’Hotel de Paris a Montecarlo.

Lo chef Roberto Toro nell'orto del Timeo

Lo chef Roberto Toro con l'ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Armando Varricchio
«È stata davvero una grande soddisfazione – racconta
Toro – griffare la cena di gala del 18 novembre presso la residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Washington». Il cuoco, con esperienze pregresse in Danimarca, Francia e Germania, ha riproposto il menu che aveva presentato la scorsa primavera in occasione del Vertice G7 di Taormina: «A maggio il menu era stato concordato con il presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella, semplice e dai gusti tipicamente siciliani:
Tortelli ripieni di basilico e pecorino con salsa di gambero rosso di Mazara del Vallo, per secondo
Trancio di dentice con capperi, pomodoro e basilico e infine cassata, cannolo e sorbetti agli agrumi. Circa venti giorni dopo ho ricevuto una telefonata dalla segreteria del capo degli Affari Esteri dell’Ambasciata Italiana a Washington, in cui mi comunicavano che l’ambasciatore aveva il piacere di invitarmi a curare la cena di gala di chiusura della
Settimana della Cucina Italiana negli Stati Uniti”. Iniziativa a cura del del Ministero degli Esteri e delle Politiche Agricole per promuovere in tutto il mondo le tradizioni culinarie ed enogastronomiche quali segni distintivi dell’identità e della cultura italiana.

Tortelli ripieni di basilico e pecorino con salsa di gambero rosso di Mazara del Vallo

Trancio di dentice con capperi, pomodoro e basilico

Dolcezze del Timeo: cassata e cannolo
«Ritengo che, nell’ultimo decennio in particolare, le quotazioni del movimento gastronomico italiano siano arrivate molto in alto per due motivi: innanzitutto la qualità unica e impareggiabile della nostra materia prima e poi perché l’utente via via si mostra sempre più sensibile alla cucina buona, sana, curata nei dettagli e di ricercata qualità». Per la cena “americana” tutta la materia prima è arrivata dall’Italia, a parte il gambero, che per motivi di sicurezza non è consentito importare in America. E sul gradimento dei piatti,
Toro non ha dubbi: «Hanno sicuramente apprezzato la concentrazione di sapori, profumi e colori dei nostri ingredienti e poi credo che abbiano avvertito al palato che il mio stile di cucina contemporanea è carico di ricordi e di amore, condimenti indispensabili di ogni buona preparazione».
È tornato vincitore anche
Alfio Liotta da un viaggio di tratta inferiore, ma di altrettanto prestigiosa destinazione: «Sono stato invitato all’
Hotel de Paris a Montecarlo dal direttore
Ivan Artolli, che ha organizzato tre serate al bar con drink dedicati alla Sicilia». Protagonista indiscusso dell’exploit monegasco è stato l’
Etna Spritz, cocktail creato dal barman catanese, incluso tra i migliori otto del mondo dalla prestigiosa ed autorevole rivista
Condé Nast Traveller Usa.
«Campari, amaro Amara, metodo classico dell’Etna, una fetta d’arancia, flash di soda, filangè di limone: sicuramente grazie all’Etna Spritz l’attenzione di stampa e critica di settore si è focalizzato sulla Sicilian mixology – spiega Liotta – Non amo la chimica, stravolgere la materia prima, creare velluti o riduzioni; il mio mondo è miscelare materie prime eccellenti, credo infatti che un buon cocktail sia fatto di idee, equilibrio, semplicità e proprio una grande materia prima non trasformata».

Il Timeo a un passo dal teatro greco di Taormina
Quella di
Alfio Liotta è una passione che viene da lontano: «Vengo da una famiglia di ristoratori e il bar è stata subito la mia vocazione: gente che va e che viene, le chiacchierate al banco, l’ambiente che si crea e il rapporto che riesci ad instaurare con chi siede al bancone». Per
Liotta il piacere di un cocktail è accessibile a tutti: «Ogni mia creazione è il racconto di una vicenda o di uno stato d’animo: ispirazione e storia del barman devono corrispondere alla volontà del cliente di lasciarsi sorprendere dai sapori e dagli ingredienti. In base al feeling che si crea tra i due, il barman deve capire cosa proporre e miscelare una bevanda
tailor made che sappia soddisfare il palato di chi ha di fronte. Questa è la magia del bar, catalizzatore di rapporti umani e di idee».
E queste sono le voci, i profumi e i sapori della Sicilia consapevole, già imbattibile in casa, ormai vincente e magnificata anche in trasferte di medio e lungo raggio. Da Taormina alla conquista del mondo.