Chi la dura la vince. E loro ne sono l’esempio. Federico e Filippo Pojana, fratelli all’anagrafe e nel lavoro, conoscevano poco o nulla dei frastagli gastronomici quando, nel 2006, decisero di prendere le redini di Antico Veturo, insegna spersa a Trebaseleghe, nelle ordinate campagne dell’alto padovano.
Niente corsi di formazione, niente esperienze pregresse. Passione, dedizione, idee. Quelle sì. Con loro, in questa decade, Antico Veturo ha cambiato forme e sostanza diverse volte (nel curriculum ha pure una parentesi come pizzeria gourmet). Ma ora sembra aver trovato l’abito, anzi il doppio abito, definitivo: ristorante per il banqueting dai grandi numeri da un lato, osteria raffinata dall’altro.
Quest’ultima, per chiamarla con il suo nome, Osteria V, aperta nel 2012, è un angolo ricavato dal pianterreno della casa padronale, a pochi passi dall’ala ricevimenti e dal giardino, che sta facendo un interessante mormorio gastronomico.

SNACK. Tapioca soffiata al nero con sgombro, arancia e curry
Pochi coperti, arredo curato, quadri materici e antiche madie in legno che s’intrecciano a una cucina concreta, di territorio e di stagione. In poche parole, lo spazio che s’immaginavano
Federico e
Filippo, che qui si mettono alla prova e si divertono, gestendo la sala con un approccio intelligente, che rimanda alla figura dell’oste. Via tecnicismi ed esibizionismi estremi, si indossa un grembiule semplice e informale, si accoglie il cliente con il sorriso, si riservano le giuste accortezze. E, da buoni osti, si conosce per filo e per segno cosa c’è nel piatto.
Le creazioni vengono abbozzate in un tavolo di confronto a cui siedono Andrea Nardin e Riccardo Furlan (stanno loro ai fuochi) e gli stessi fratelli Pojana. «In osteria c’è collaborazione, versatilità, aiuto reciproco. Partiamo da qui, da un gioco tra cucina e sala, che a noi piace e convince», conferma Federico.
Ben pensati ed economicamente abbordabilissimi i due menu degustazione: “La V di mezzo” (5 portate, anticipate da due snacks, 45 euro a bocca), e “When cheap is chic” (4 portate e uno snack a 35 euro) nobilitano ingredienti poveri (la scorzonera!) e materie prime selezionate, attraverso una tecnica non forzata e accostamenti ragionati. «Ciò che chiediamo ai nostri ragazzi in cucina è di sviluppare un concetto. Poi lo revisioniamo e perfezioniamo insieme. Ma il concetto di partenza ci dev’essere, sempre».
Va detto che
Andrea e
Riccardo, se pur giovani (30 e 24 anni), vantano già percorsi significativi in regione (dagli
Alajmo e da
Lionello Cera, per intenderci), e anche fuori (
Andrea ha fatto anche un passaggio al
Joia di
Pietro Leemann, a Milano). E si vedono tutti, perché nei piatti convergono tanti ingredienti, liberi di esprimersi con voce propria, mantenendo il dialogo con il resto del gruppo.
Innestarsi in un terreno così avvezzo ai dettami della tradizione, per di più da autodidatti, è un bell’impegno. Ma la gente, specie in questi ultimi mesi, s’incuriosisce, ritorna e macina chilometri per raggiungerli.
Osteria Antico Veturo
via Villanova, 22
Trebaseleghe (Padova)
+39.049.9387583
Chiuso: domenica sera e l'intero lunedì (sabato a pranzo aperto solo su prenotazione)