La Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus di Foggia e Alce Nero, gruppo all’avanguardia nel comparto biologico, da tempo hanno avviato una sinergia che lo scorso luglio ha portato alla costituzione di Mediterre.Bio, progetto di alleanza tra agricoltori, allevatori, trasformatori e fruitori che hanno scelto l´agricoltura biologica come modello di nuova impresa partecipata e di azione positiva sui territori. Si tratta di un’iniziativa di ampio respiro come testimoniano i numeri della neonata realtà: 7 regioni coinvolte, dalla Lombardia alla Puglia passando per Emilia Romagna, Toscana, Basilicata, Calabria e Sicilia; oltre 54.000 ettari di superficie interessata e una produzione concentrata principalmente nei settori dell’olio e del grano duro; 11 soci produttori e, tra questi, la Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus Onlus presieduta da Rita de Padova che dal 2010 ha attivato un programma di coltivazione con metodo biologico e oggi produce in particolare ortaggi e cereali, potendo contare su un’estensione agricola di oltre 1230 ettari.

«Abbiamo deciso di collaborare da tempo con la
Fondazione Emmaus - ha dichiarato
Lucio Cavazzoni, presidente di
Alce Nero - perché i 400 ettari di terreno coltivati a biologico rappresentano, per estensione, l'esperienza europea più significativa nel settore. L’obiettivo comune con
Mediterre.Bio è quello di mettere in rete i produttori delle filiere del grano e dell’olio biologico, principalmente, dando vita a una nuova strategia organizzativa nella quale i produttori sono chiamati a condividere le scelte commerciali, lavorando sullo stesso tavolo operativo».
Sabato 21 gennaio la
Masseria Antonia De Vargas di Foggia, eletta sede legale di questo importantissimo sodalizio (oltre che al centro di un percorso innovativo di agricoltura sociale), ha ospitato il presidente della Camera
Laura Boldrini che ha riconosciuto il valore internazionale del progetto messo in atto in Puglia: «Un esempio virtuoso in grado di fondere agricoltura biologica organizzata, accoglienza e inclusione sociale», ha detto la
Boldrini.
La Capitanata, presente in questo progetto con 1.230 ettari, può diventare un modello e un punto di riferimento per l’Italia e l’Europa. «Per questo siamo qui - ha aggiunto
Cavazzoni - Per dare vita a distretti biologici che possano contaminare tutto il territorio all’interno di una nuova visione dell’economia sociale. L'obiettivo è quello di promuovere una produzione rispettosa della terra e che pone al centro le persone. Tutto questo collocando la filiera e i produttori all’interno di un mercato più ampio, nazionale e internazionale, consentendo loro di farlo proponendosi in modo competitivo».