Street Food: è un'espressione ormai universale, che si sente pronunciare ovunque. Ricorre a volte pure più del necessario, applicata per dare un qualche appeal anche a cibi che da strada non lo sono davvero. A dimostrare però come l'attenzione per questo immenso patrimonio di gastronomia povera, da consumare in piedi, all'aperto, acquistata da un chiosco o da un baracchino, sia ormai arrivata al suo apice.
Lo testimonia anche la nascita a Palermo di un Festival dedicato al cibo di strada: è lo Street Food Fest che, con la sua prima vera edizione, viene proposto in questi giorni (da giovedì 15 dicembre sino a domenica 18) nel centro della città siciliana, organizzato da AdMeridiem, la stessa società privata che gestisce lo Sherbeth, appuntamento internazionale dedicato invece al gelato, di cui potete leggere qui e qui.
Tre anni fa una classifica pubblicata dalla rivista Forbes poneva Palermo al quinto posto tra le capitali mondiali dello Street Food: la grandissima ricchezza di tradizioni gastronomiche di strada – dalle panelle allo sfincione, dalla quarume alla vastedda, dalle stigghiole alla meusa – fanno effettivamente di questa bellissima città un continuo apparire di cibo, ad ogni angolo del centro. L'intento degli organizzatori dello Street Food Fest è di rendere Palermo per una manciata di giorni all'anno un punto di riferimento internazionale per il cibo di strada, offrendo un momento di incontro tra i suoi interpreti.

Lo stand di Madame Shen Tan, cuoca di street food da Singapore
«Così come per lo
Sherbeth, cresciuto in maniera notevole nelle sue otto edizioni, speriamo che questo primo passo ci porti a far nascere una realtà di confronto e contaminazione culturale e culinaria. Siamo partiti solo pochi mesi fa, pensando che Palermo, anche per la sua storia, possa rappresentare un luogo di proficua integrazione culturale», ci racconta
Davide Alamia di
AdMeridiem. «Abbiamo avuto la possibilità di investire su un nuovo progetto come questo grazie a un bando comunale: si tratta di un'occasione che ci viene offerta quest'anno, ma speriamo che il successo della prima edizione convinca l'amministrazione a riproporre l'iniziativa anche nei prossimi. Si tratta, ci tengo a specificarlo, di un'impresa assolutamente privata, senza nessun finanziamento pubblico».
Il Comune di Palermo ci mette gli spazi, la strada: via Roma, arteria commerciale di Palermo, che in un suo ampio tratto è stata “conquistata” in questi giorni dai 24 stand dei protagonisti del Festival. Si tratta di una prima edizione e diciamo dunque da subito che questo non può che essere un punto di partenza. Non possono essere infatti sufficienti questi ventiquattro ospiti, di cui quindici siciliani, a trasmettere quell'infinita varietà di cibo di strada che si può incontrare in giro per il mondo, dall'Asia al Sud America, dall'Africa all'Europa.

Il Ragù di polpo, tra la strada e la tavola, di Alberto Rizzo
E allora la presenza di una cuoca di Singapore come
Madame Shen Tan, a Palermo con il suo sugoso e saporito panino di “roasted pork belly”, non può che essere l'indicazione di una strada da percorrere per le prossime edizioni, cercando di attrarre ospiti internazionali da tutto il globo per stimolare la curiosità di un pubblico che vada oltre la città siciliana. Il Festival, lanciato non più di due mesi fa, con le migliaia di persone che si sono date appuntamento lungo via Roma in questi giorni, dimostra come le potenzialità ci siano tutte.
Gli appuntamenti gastronomici forse di maggior curiosità e interesse si sono concentrati invece nella bella piazza Sant'Anna, adiacente a via Roma, dove gli organizzatori hanno invitato una selezione di chef siciliani a proporre delle proprie interpretazioni gourmet del cibo di strada: è stato ad esempio molto interessante ascoltare i racconti di
Alberto Rizzo, chef dell'
Osteria dei Vespri, che ricordava come il polpo abbia sempre rappresentato per lui, sin da bambino, in giro per Mondello, il cibo di strada per eccellenza. E per assaggiare poi il suo ragù di polpo, arricchito dai profumi del nero d'avola e del finocchietto selvatico, davvero delizioso.

La Porchetta di capone di Giulio Sorrentino
Giulio Sorrentino, volto noto a qualcuno per la sua partecipazione all'edizione italiana di
Hell's Kitchen condotta da
Carlo Cracco, e da qualche tempo collaboratore di
Nicola Dinato con il suo progetto
EVO Elements (ne parlavamo
qui), ha proposto invece un panino insieme ricercato e golosissimo. Un buon riassunto di quel che può essere lo street food quando diventa gourmet: la sua porchetta è stata infatti realizzata con un pesce povero, spesso negletto, come il capone. Arrotolato a crudo per formare la classica spirale della porchetta, ricoperto di aromi, e cotto a bassa temperatura per lasciare al pesce la giusta succulenza.
E poi ancora sono arrivati i piatti di
Carmelo Trentacosti,
Patrizia Di Benedetto,
Dario Di Liberto,
Marco Baglieri,
Giuseppe Costa,
Carmelo Floridia: non mancavano certamente in Sicilia i possibili raffinati interpreti di una tradizione gastronomica che ha nel cibo di strada alcune delle sue espressioni più vere. E anche in questo caso la prima edizione dello
Street Food Fest ha fornito solo un assaggio di quello che potrebbe diventare un appuntamento di grande interesse per i prossimi anni.