Si fa presto a dire panettone. Tutti (o quasi), dalle Alpi alle Isole, lo mangiano. Non altrettanti, però, riescono a dibatterne con ragion veduta, perché come tutti quelli a pasta lievitata il panettone è un “dolce” molto difficile da domare. Ci vuole amore, tecnica e grande esperienza. Ma se fino a qualche decennio fa questa tecnica era quasi esclusivamente appannaggio dei maestri milanesi, adesso il panettone è un “bene comune” della pasticceria italiana.
La riprova, se mai ce ne fosse bisogno, arriva dalla quarta edizione del premio per il miglior panettone d’Italia organizzato dalla Gazzetta dello Sport in concomitanza con Re Panettone. A conquistare il podio, per il quarto anno consecutivo, è stato, infatti, un panettone del Sud. La scelta della giuria di qualità del concorso, infatti, ha premiato il panettone di Alfonso Pepe, nell'omonima pasticceria di Sant’Egidio del Monte Albino, nel Salernitano. E, particolare non di secondaria importanza, nella top ten c’è soltanto un panettone milanese.
E chi pensasse che un concorso del genere ha poco a che fare con la redazione di un quotidiano sportivo, si sbaglia di grosso. Il concorso per decretare il miglior panettone dell’anno in casa della Rosea è un affare molto serio. Ventiquattro panettoni in gara (i primi otto classificati dello scorso anno più altri sedici autocandidatisi tra i partecipanti a
Re Panettone), due giorni di degustazioni con una prima eliminatoria che ha scremato a diciotto gli aspiranti al riconoscimento goloso, una giuria più che qualificata.
Era composta dai responsabili di GazzaGolosa (l'anima food della Gazzetta) Pier Bergonzi e Daniele Miccione; dai giornalisti della Gazzetta dello Sport Lorenzo Astori, Massimo Arcidiacono, Francesco Velluzzi, Umberto Zapelloni; dai loro colleghi specializzati Marco Tonelli (anche degustatore), Lydia Capasso (GazzaGolosa e Corriere della Sera) e Giorgia Cannarella (Fine Dining Lovers e GazzaGolosa). Per qualificare maggiormente la giuria sotto il profilo strettamente tecnico, quest’anno, sono stati cooptati anche lo chef del Contraste Matias Perdomo, il capopasticciere e sous chef del Ratanà Luca De Santi, e lo chef d Il Luogo di Aimo e Nadia Fabio Pisani.
Le degustazioni dei panettoni – rigorosamente artigianali – sono state fatte al buio. E non sempre i punteggi attribuiti ai diciotto panettoni arrivati al rush finale sono stati concordi. Più omogenei, invece, i punteggi riservati ai primi quattro, per i quali, i giurati riuniti attorno al lungo tavolo della “Sala azzurra” al quarto piano della Torre Rcs, per non lasciare nulla al caso, hanno fatto un ulteriore assaggio. Del resto al palato non si comanda e si tratta, pur sempre, di eccellenze. «La festa si completerà lunedì con una serata di premiazione al D’O di Oldani. E il prossimo anno – promette Daniele Miccione – ci saranno altre sorprese».

E' questo, di Vincenzo Tiri, pasticceria Tiri 1957 di Acerenza (Potenza), il panettone secondo qualificato
La classifica finale completa:
1
Alfonso Pepe (Sant’Egidio del Monte, Salerno)
2.
Vincenzo Tiri (Acerenza, Potenza)
3.
Roberto Cantolacqua (Tolentino, Macerata)
4.
Raffaele Vignola (Solofra, Avellino)
5.
Andrea Urbani (Fano, Pesaro Urbino)
6
Salvatore Gabbiano (Pompei, Napoli)
7
Maurizio Bonanoni (Pioltello, Milano)
8
Francesco Elmi (Bologna)
9
Posillipo (Gabicce Monte, Pesaro Urbino)
10
Marra (Cantù, Como)
11
De Riso (Tramonti, Salerno)
12
De Vivo (Pompei, Napoli)
13
Martesana (Milano)
14
Nuovo Mondo (Prato)
15
Comi (Missaglia, Lecco)
16
Guida (Vico Equense, Napoli)
17
Clivati (Milano)
18
Grippa (Eboli, Salerno)