Una festa profumata, gustosa e che vuol dare un segnale forte, spiegare come si può fare turismo stringendosi attorno ai prodotti del territorio per vincere una scommessa che fa a botte con chi si ostina a esporre solo i numeri di una crisi nera. Certo, occorre intelligenza e competenza nella proposta, prodotti di qualità e una sinergia tra le varie istituzioni che oltrepassa qualsiasi egoismo o gelosia. Occorre fare sistema. Il “sistema Bologna”.
E' in quest'ottica che si è aperta Tartufesta, il più importante appuntamento autunnale di valorizzazione dell'Appennino bolognese, che ha come protagonista assoluto il tartufo bianco pregiato di queste zone. Tartufesta si caratterizza per un ricco cartellone di appuntamenti che, tra gastronomia, degustazioni e mercati con prodotti tipici del territorio, animerà i weekend autunnali di 13 Comuni (Lizzano, Vergato, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Pianoro, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, Sasso Marconi, Loiano, Grizzana Morandi, Monghidoro, Camugnano e Savigno), fino al 20 novembre.
Tartufesta è il la prova concreta che il gioco di squadra fa risultato. La Città metropolitana di Bologna ha infatti iniziato, in collaborazione con
Bologna Welcome, un intenso percorso di qualificazione del turismo nell'area metropolitana grazie a strumenti normativi messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, proprio per la valorizzazione delle specificità del territorio.
Non è un caso se la manifestazione è stata presentata a Savigno presso l'azienda Appennino Food, rappresentata dal presidente Luigi Dattilo che, in 30 anni, ha saputo trasformare un piccolo laboratorio artigianale nell'unica società per azioni nel mondo legata al tartufo. In una sala dell'azienda troneggia con orgoglio la copia del tartufo bianco pregiato da un chilo e 483 grammi trovato il 4 novembre 2014 sui colli di Savigno ed entrato nel Guinness dei primati. «Con l'originale abbiamo realizzato – racconta Dattilo – una cena di beneficenza per 300 persone. Un menu di tre portate interamente a base di tartufo». Perché col tartufo si possono fare davvero meraviglie e quello dei Colli bolognesi sta acquisendo una popolarità che non ha più confini. In questi giorni è in tour per la Cina, mentre gli Stati Uniti lo hanno già adottato e «dal Piemonte – dicono strizzando l'occhio i tartufari della zona – si mettono più volte in coda per venire ad acquistarcelo. Anche da Alba».

Il concetto di Bologna città metropolitana è proprio quello di fare quadrato intorno alle realtà che funzionano e portano turismo. La festa del tartufo è una di queste con i visitatori che, in 5 anni, sono passati da 20mila ad oltre 40mila. «Lavorare in un'ottica di qualità e sinergia – ha sottolineato
Matteo Lepore, assessore all'Economia e promozione della città del Comune di Bologna - ci ha permesso d'incrementare ogni anno del 5% la presenza di turisti, oltre il doppio della media nazionale, con un numero in costante ascesa di stranieri. Il messaggio che vogliamo far passare è di autenticità ed esperienza. Chi arriva da noi deve sentirsi visitatore e cittadino nello stesso tempo. E il tartufo è un ottimo testimonial».
Un gioiello per palati fini, con un prezzo che cambia di anno in anno, addirittura di giorno in giorno, proprio come le azioni in borsa. «Quest'anno – spiega Dattilo – le condizioni meteo ne hanno limitato la quantità, ma abbiamo un prodotto di qualità altissima. Al momento il prezzo medio in ambito nazionale, scaturito tra domanda e offerta, è di 2.200 euro al chilo. Ma è destinato a salire».
A chi strabuzza gli occhi sulla quotazione di questo fungo ipogeo diamo una sola indicazione: a Savigno fate tappa alla trattoria-osteria
Da Amerigo 1934 (qui recensita da
Alessandra Lunetta nella nostra
Guida Identità Golose) e allo chef
Alberto Bettini chiedete un piatto di passatelli asciutti al tartufo bianco. Girateli bene e a lungo per amalgamare l'equilibrio dei sapori. Vi riconcilierete con la vita.
Il programma completo di Tartufesta lo trovate sul sito: www.cittametropolitana.bo.it/tartufesta