Identità Cortina, Cortina d’Ampezzo, dove il Veneto e la lingua italiana hanno praticamente fine per lasciare spazio al Sud Tirolo e al tedesco. Lì l’esordio, tra sabato e domenica scorsi, di Identità di montagna, l’alta cucina in alta quota perché siamo andati ben oltre i 1224 metri ufficiali della perla delle Dolomiti, sempre splendida ma non sempre al passo coi tempi. Eccoci sabato a cena ai 2236 del Passo Giau, scollinato il quale si entra nel territorio comunale di Colle Santa Lucia che accoglie il ristorante Da Aurelio della famiglia Dariz.
Stessa sera, ma da tutt’altra banda, verso est e non verso ovest, per il secondo indirizzo coinvolto. Riccardo Gaspari ha infatti accolto Massimo Bottura così come Gigi Dariz ha fatto altrettanto con Mauro Uliassi (qui il racconto della serata). Grande successo per il modenese (leggi qui) ai quasi 1700 metri del Brite de Larieto, dove la famiglia Gaspari non solo cura la cucina dell’agriturismo ma alleva mucche, maiali e capre. Era tempo che non coccolavo un vitello. Gran bell’ambiente nel verde, con i capi che di giorno girano liberi nel bosco e verso le cinque del pomeriggio si mettono in moto per raggiungere la stalla per farsi mungere.
E dopo due cene uniche, il piatto forte, più piatti forti in fondo perché domenica è andato inscena un picnic che ha visto più protagonisti, ognuno con la sua bontà. L’appuntamento era per mezzogiorno di nuovo al Brite ma non più ai tavoli interni dell’antica stube, bensì all’aperto, sulla terrazza, sul piazzale antistante la stalle, sul prato, al limitare del bosco, ovunque fosse comodo sistemarsi.
Incognita della giornata, come finora dell’estate intera, il tempo. Sempre la stessa domanda, alimentata dal pessimismo di chi stila le previsioni meteo: pioverà?
Maledetta nuvoletta nei grafici web, ma nemmeno tanto al riscontro perché domenica ci si è svegliati col sole e sole (misto a nuvole) è stato a lungo, fino a ridosso del dolce, del fiore di zucchina ripieno di ricotta di Alessandro Favrin e del plum cake allo yogurt di Massimo Alverà. Mezzora d’acqua, poi di nuovo il sole.
Bello vedere tante persone lasciare la macchina e percorrere a piedi il tratto conclusivo, bello vedere tutti chiedere questo e quello ai cuochi. Con Uliassi assente giustificato al picnic, ecco Bottura curare tortellini panna e formaggio, capolavoro battezzato Compromesso Storico, ecco Riccardo Gaspari rosolare sulla piastra Pancetta di maiale croccante con purè di fave e salsa al Marsala fino a Gigi Dariz saltare profumate fette di funghi porcini da versare una volta pronte su una straordinaria polenta di grano sponcio, tipico del territorio, preparata da Mimmo Della Salandra di Taglio a Milano.
Accanto alla porta di ingresso della baita (brite in lingua ladina) ecco invece da Milano Mauro Brun (Macelleria Annunciata) e Bruno Rebuffi (Premiate Carni Piemontesi, ex Villa) con una Tartara di Fassona piemontese con dressing di ciliegie, il sale a discrezione dell’ospite. Dal Trentino invece il Salmerino di Preore, orzo tostato, carote, albicocche e crescione di Alfio Ghezzi e le Eliche di Pasta Matt Felicetti, erbe e fiori di montagna di Alessandro Gilmozzi.

Alfio Ghezzi del ristorante Locanda Margon di Trento e Alessandro Lunelli di Cantine Ferrari
E nel cestino i grissini del
Panificio Ghedina, lo yogurt di
Latte Busche, il formaggio del
Piccole Brite, il caseificio di
Ludovica Rubbini in località Alverà, la pasta
Felicetti… e nei bicchieri le bollicine della
Ferrari e i vini del gruppo
Santa Margherita piuttosto che la
Radler, l’ultima nata in casa
Birra Moretti.
Il picnic mette di buon’umore, permette di gustare più cose come meglio si crede, in piedi, con le mani, seduti per terra, seduti a gambe incrociate, seduti su un tronco o distesi sotto a un albero. L’anno prossimo, sempre a luglio, più cene, più cuochi, non necessariamente tutti italiani, e degustazioni di prodotti di montagna, formaggi e mieli, vini e distillati, salumi… Sorrisi e relax.