Convivialità: raramente ai congressi o nelle fiere si percepisce così pienamente questo valore. Noi italiani ce ne facciamo un vanto, ma non sempre lo spirito di condivisione pura viene fuori nelle grandi occasioni. All’ora di pranzo la folla tra gli stand di Identità Milano è oceanica: l’orario ha messo appetito, gli indugi del mattino sono rotti, la curiosità per le delizie offerte incontenibile. Personaggi, strette di mano, abbracci e sorrisi non si contano.
Allo stand di Grana Padano, nella lounge dietro il bancone si riuniscono golosi di ogni sorta. Uno scatto rubato racconta al meglio il nuovo progetto della nostra dop più venduta al mondo: Bertrand Grébaut si affaccia allo stand. Il cuoco (lezione in sala Auditorium ieri, tra i Leoni della cucina mondiale) è uno dei nuovi volti del Grana Padano Tailor Made Worldwide, la nuova frontiera di Taglio Sartoriale, che da anni ha consolidato il sodalizio tra eccellenze, i grandi chef e Grana Padano.

In lontananza, si riconosce Davide Scabin, braccio armato del pastificio trentino di Predazzo
Da
Acqua Panna–S.Pellegrino arrivano
Cristina Bowerman e
Diego Confalonieri, lo stand si accende e lo show ha inizio: un duo bizzarro, una cuoca e uno schermidore per rompere gli schemi e raccontare con voci nuove cucina e convivialità possibili. Anche
Birra Moretti è gremita, il nuovo inquilino del
Trussardi alla Scala Luigi Taglienti presenta il suo piatto ispirato all’inverno e scorrono fiumi di birra
Grand Cru.
Lavazza tira il fiato per un’oretta quando il pubblico mangia, ma dopo i piatti stellati ci vuole un caffè adeguato e la fila si riforma. Quanto a
Fontanafredda, da
Vino Libero ora gli assaggi si scatenano, le bottiglie da provare sono più di 30 e coprono tutto lo stivale, ce n’è per tutti i gusti.
Che sogno potersi sedere ai tavoli di un elegante ristorantino di provincia, tovaglia bianca, sedie in ferro battuto, menu scritto alla lavagna. Che colpo accorgersi che nella cucina a vista a preparare Sedanini di farro al curry, Tagliatelle alla bolognese, Spaghettoni cacio e pepe, Penne liscie alla sorrentina… c’è lui, l’uragano Scabin. Ma è tutto vero, è successo a pranzo allo stand Felicetti. Ma le fauci non stanno a riposo nemmeno da Selecta che con la complicità dello chef Michele Rotondo ha preparato alcune delle sue eccellenze (dai gamberi rossi di Porto Santo Spirito al salmone di Loch Fyne, per intenderci).

Il caviale di Calvisius e Agroittica Lombarda
Ugualmente da
Antica Corte Pallavicina, non solo i migliori salumi, ma quest’anno anche di che riempire i calici con
Fontana, Fontanella, Tamburen, Rosso del Motto e
Strologo. Per le gole assetate
Cavit con
Altemasi è una tappa consueta qui a
Identità quest’anno con una sorpresa, ai fornelli
Davide Oldani per un’idea comune di rispetto (mai tema del congresso fu più seguito dai partecipanti), in particolare del territorio:
Maso Toresella Cuvée 2010 a braccetto con Pera dorata, semola croccante, profumo di caffè, rosmarino e riso. E a far tinttinnare i bicchieri un’altra storica presenza
Giv, il
Gruppo Italiano Vini, con due cantine che sono una sicurezza,
Nino Negri e
Tenuta Rapitalà. Da vedere, gustare e incontrare ce n’è ancora, sembra che tre giorni non potranno nemmeno bastare.