Noi italiani è bene che ce ne facciamo subito una ragione: martedì prossimo 25 giugno a Singapore, avremo poco da festeggiare nella classifica del World’s 50 Best Restaurants 2019. In pratica solo Riccardo Camanini, chef e patron con fratello Giancarlo del Lido 84. L’insegna di Gardone Riviera (Brescia) è entrata per la prima volta nei 100, occupando il 78 gradino. Ma, soprattutto, riceverà il premio One to watch, il locale da tenere d’occhio, la speranza per gli anni a venire.
Ieri è stata infatti rivelata la seconda parte della graduatoria, aperitivo della serata del 25. Con una brutta sorpresa: hanno trovato conferma le voci di un Niko Romito fuori dai migliori cinquanta. Il grande artefice di tante felici idee,

Riccardo Camanini, è lui lo chef da tenere d'occhio dell'edizione 2019
a iniziare dal
Reale Casadonna a Castel di Sangro in Abruzzo, da 36° che era, si ritrova 51° in una lista dalla lunghezza inedita.
La seconda parte non si sviluppa più dal 51° al centesimo posto, bensì fino al 120°. Questo in via eccezionale, dal 2020 si tornerà al limite di sempre delle cento posizioni. E’ successo che la S.Pellegrino, sponsor principe dei 50 Best, proprio quest’anno compia 120 anni, traguardo che viene festeggiato con una eccezione alle regole della quale beneficiano in venti. Due sono cuochi italiani: Luca Fantin, del Bulgari a Tokyo, è 107° e Norbert Niederkofler 116° in Alta Badia. Non appare invece 8 e mezzo di Umberto Bombana a Hong Kong, nel 2018 era piazzato 93°.

Massimo Bottura e i 50 Best
Più brillante la prestazione di
Mauro e
Catia Uliassi che debuttano al 61° scalino. In attesa dell’elenco principale, quello dei due fratelli di Senigallia è l’esordio più felice registrato nella metà bassa, una macedonia di nazioni e di popoli visto che tra il 51° e il 120° posto sono rappresentate ben 25 stati.
E noi italiani, popolo di eterni tifosi, martedì prenderemo nota delle posizioni di Enrico Crippa e di Massimiliano Alajmo. Saranno i soli azzurri nei top 50. Nel 2018 occupavano rispettivamente il 16° e il 23 posto. Pattuglia dimezzata. Di Niko si è detto, di Bottura lo ricordiamo adesso. Il vincitore del 2018 (e anche del 2016) è stato ingessato, neutralizzato in una Hall of fame che annovera pure Joan Roca del Celler de Can Roca a Girona e Daniel Humm dell’Eleven Madison a New York. Spazzati via i tre che hanno dominato le edizioni più recenti. Peccato che i loro non siano ristoranti stanchi e superati, tutt’altro. Conseguenza pratica? Del prossimo vincitore, chiunque esso sia, si dirà che ha beneficiato della tabula rasa degli organizzatori.