Folla delle grandi occasioni, direbbero i cronisti d’antan, al giorno uno di Identità Golose Milano, il progetto più ambizioso del corso quindicennale di Identità Golose. Un centinaio tra invitati e giornalisti, cifra che lieviterà nel corso dell’open day di oggi e domani, studiati per far accedere pubblicamente il maggior numero di persone possibili al nuovo Hub di via Romagnosi 3.
Il nastro l’ha tagliato idealmente Claudio Ceroni, presidente di MagentaBureau: «Per noi è un momento splendido, che arriva al termine di 7 mesi ininterrotti di lavoro. Con l’architetto Egidio Tordera abbiamo iniziato a lavorare a Natale. Abbiamo finito di mettere a punto le ultime cose questa notte».
Tanto lavoro per dare frutto «A un progetto molto semplice e complicato al tempo stesso, ideale prolungamento dell’esperienza di Expo. Senza l’Esposizione Universale, non solo non esisterebbe l’Hub che inauguriamo oggi, ma l’intera città non sarebbe quella che conosciamo oggi. Milano che conserva e inventa allo stesso tempo, oggi più che mai».
Il nocciolone dell’Hub includerà il nocciolo di Identità Expo: «In quei 6 mesi si sono accomodati alla nostra tavola 56mila persone, molte delle quali non erano mai entrate in un ristorante stellato. Vogliamo che questo possa accadere anche in città. Per questo offriremo un menu accessibile, 75 euro vini inclusi. Un prezzo ragionevole per avvicinare ai grandi cuochi d’Italia e del mondo il maggior numero di persone possibile».

Claudio Ceroni, Paolo Marchi, Davide Rampello

MAESTRO. Al forno, Franco Pepe
Partono i primi ringraziamenti: «A
Salvatore Iandolino e
Andrea Ribaldone, che avranno in mano tutta la ristorazione». Agli chef e ristoratori che intanto sfilano tra il pubblico:
Andrea Aprea,
Cristina Bowerman,
Paolo Brunelli,
Pino Cuttaia e le
Soste di Ulisse,
Davide Oldani,
Matias Perdomo,
Alberto Santini,
Alessandro Pipero con il nuovo chef
Ciro Scamardella.
«Prendiamo il posto della
Fondazione Feltrinelli», ha ricordato Ceroni, «una realtà che ha segnato profondamente la cultura della Milano del secondo Dopoguerra. Un investimento che si aggira attorno ai 2 milioni di euro, al quale partecipano oltre 40 aziende.
Capellini,
Davide Groppi,
Berto’s,
Valcucine,
Caraiba,
M-Cube,
CVM,
Samsung,
Antonella Bondi hanno creduto da subito in noi, a scatola chiusa, e per questo a loro va il mio ringraziamento. Grazie anche a
Paola Jovinelli e
Luisa Marchi, due persone che hanno avuto un ruolo molto importante nello sviluppo del progetto».
Prima che il microfono passi al socio
Paolo Marchi, parte il
video inaugurale di Beppe Sala. «Non vedo l’ora di venire a trovarvi, sarò un cliente abituale», ha concluso il messaggio il sindaco di Milano.
«Non sarà l’Expo», ha introdotto
Marchi, «perché quelli sono eventi che capitano una volta nella vita, ma lo spirito è identico. Vogliamo spiegare a chi verrà qui a mangiare che gli chef non sono super-uomini, non fanno messe cantate; sono persone normali che cucinano pasti sublimi, quello sì». Milano è l’unica città in cui poteva prendere forma questo progetto: «È anche l’unica città che vuole fare le Olimpiadi. Resistiamo».
E via ad illustrare il cartellone delle serate fino al 31 dicembre. Si può prenotare online proprio da oggi su
www.identitagolosemilano.it. Nel corso della giornata, dettaglieremo tutto su queste pagine con un post ad hoc. Qui basti fare i nomi di chi cucinerà di qui alla fine dell’anno, da mercoledì al sabato o nelle serate speciali:
Andrea Aprea,
Christoph Bob,
Massimo Bottura con
Alain Ducasse, i fratelli
Berezutskiy,
Cristina Bowerman, Alfonso Caputo, i fratelli
Cerea, Rafael Charquero, Antonello Colonna, Carlo Cracco, Gennaro Esposito, Annie Feolde, Antony Genovese, Alfio Ghezzi, Peppe Guida, Alessandro Negrini e
Fabio Pisani, Davide Oldani, Rodrigo Oliveira, Matias Perdomo, Pipero e Scamardella, Philippe Leveille, Niko Romito, Paco Roncero, Ana Ros, Marco Sacco, Mauro Uliassi. Con
Andrea Ribaldone a tenere sempre la regia del lunedì e del martedì.

Il battesimo di Davide Oldani

Annie Feolde e Moreno Cedroni
Cene e pranzi sono solo un aspetto perché il vero focus sarà tutto quello che accade prima del piatto. In una parola sola, “cultura”: «Cultura», ha spiegato
Davide Rampello, tra le mille cose docente al Politecnico in Arti e mestieri dei territori, «deriva dal latino
colere, che significa ‘coltivare’. Si abitava se si coltivava. Il vocabolo ha dunque un etimo principalmente agricolo. Il divino alito della terra, secondo Plinio. Non solo gastronomia, dunque, ma tutto quello che gli sta attorno. Cioè un patrimonio enorme, quello degli artigiani. Racconteremo insieme le loro storie, le gioie e le sofferenze. Devono diventare i veri protagonisti di questo mondo per creare un immaginario di emulazione. Abbiamo visto in auge stilisti, archistar e poi chef. Oggi è giusto che si faccia spazio agli artigiani delle cose buone».
Importanti i cameo successivi.
Almir Ambeskovic, regional manager di
The Fork: «Supportiamo Identità perché ci somiglia: declina sempre il globale sul locale. Faremo in modo che il ristorante dell’
Hub sia solo prenotabile online. Ora spetta a noi garantire che sarà sempre pieno». Importante sottolineatura: sarà aperto 7 giorni alla settimana, a pranzo e a cena.
Moreno Cedroni, chef della
Madonnina del Pescatore di Senigallia (Ancona), protagonista di 3 ambitissime serate, 26/29 settembre: «Darò tutto il mio supporto per garantire al progetto una bella impronta». E giù il dettaglio di piatti che già fanno sospirare.

Si riconoscono Alberto Santini, Paolo Brunelli, Davide Oldani e Pino Cuttaia

Paolo Marchi e Andrea Ribaldone
Franco Pepe di
Pepe in Grani a Caiazzo (Caserta), autore delle super-pizze (
leggi i dettagli): «Sono felicissimo di essere parte del progetto. Se sono qui è perché ho sempre cercato di interagire con il mondo dell’alta cucina. Sarò qui con la mia pizza, di dimensioni ridotte, in punta di piedi, un prodotto popolare». Per chi conosce il vocabolario pepiano, parliamo di
memento,
scarpetta e
margherita sbagliata, tre clamorosi marchi di fabbrica a Caiazzo. «E stiamo lavorando a una pizza milanese», rivela.
Andrea Ribaldone, responsabile dell’intera cucina: «Oltre al piatto, mi interessa la formazione dei ragazzi. Farli crescere bene. Mi interessa anche mettere in piedi un mezzogiorno facile e goloso, proporre idee che nutrano e facciano stare bene».
Enzo Malanca della scuola
Alma di Colorno (Parma): «Abbiamo un obiettivo preciso: creare professionisti per diffondere in Italia e all’estero la vera e la grande cucina italiana, sulla scia di quello che ci ha insegnato
Gualtiero Marchesi. Milano è la prima e unica grande vetrina europea».
Annie Feolde,
Enoteca Pinchiorri di Firenze: «Io che sono francese vorrei dire ai miei connazionali: non siete solo voi a fare una cucina meravigliosa, anche in Italia e in tanti altri paesi si mangia splendidamente. Con l'Hub lo dimostreremo».
Cinzia Benzi di
Magenta Bureau, regista delle collaborazioni e dei progetti coi partner: «Sono portavoce di una squadra coesa e agguerrita, che ha cercato di trasferire un progetto cartaceo in un luogo reale. Abbiamo sempre fatto tutto con entusiasmo, contagioso per i nostri partner che voglio ringraziare uno a uno.
San Pellegrino, le nostre acque;
Felicetti, la pasta ufficiale; le farine di
Petra di
Molino Quaglia, con cui faremo un pane ad hoc,
Lavazza e la selezione di caffè, il cioccolato di
Valrhona. Grazie a coloro che arricchiranno il comparto wine and spirits:
Guido Berlucchi,
Moët Hennessy, Vodka Belvedere, la Valpolicella e la Toscana di
Allegrini, la collaborazione con
Winetip, che seleziona e distribuisce oltre 3mila vini. La nostra carta avrà 99 referenze che cambieranno ogni 4 mesi. Grazie anche a
Longino & Cardenal,
Macelleria Oberto,
Riso Buono. Siamo molto felici, un grande assist per il futuro».

Andrea Amato e Claudio Scavizzi

Passaggio di consegne tra lo chef di Identità Expo Domingo Schingaro (a destra) e Alessandro Rinaldi, nuovo resident chef di Romagnosi

Ospiti alla scoperta dei nuovi spazi
Dopo le altre colonne dello staff di Magenta Bureau – il nuovo amministratore delegato
Claudio Scavizzi,
Giulia Corradetti per il coordinamento dei contenuti,
Andrea Amato general manager,
Daria Abbondi budget and contract,
Michelia Balio promotion and sales - ecco sfilare sul palco il plotone di sala e cucina: passaggio di consegne tra l’Expo di
Domingo Schingaro (ora ai
Due Camini di Borgo Egnazia) e
Alessandro Rinaldi, resident chef di Romagnosi. E ancora
Arianna Pastore, i due maitre e sommelier
Andrea Polini e
Alfonso Bonvini, il “pizza & pastry chef”
Gabriele Tangari, il coordinatore del Cocktail bar
Luigi Barberis, il barman
Rei Merollari,
Marialuisa Iannuzzi che si occuperà dell’accoglienza… Il conto alla rovescia è finito, ora, spiegava
Ribaldone, non resta che "spingere".

I cadeaux per gli intervenuti

Elisa Pella, Giulia Corradetti, Alessandra Piazzoni, Paola Jovinelli, Cinzia Benzi, colonne del progetto
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